Per capire di cosa stiamo parlando quando parliamo di attacco ipomaniacale è necessario partire inevitabilmente dalla definizione. Si parla di attacco ipomaniacale quando un soggetto bipolare è caratterizzato da un periodo ininterrotto di umore esageratamente e persistentemente elevato, espanso od irritabile di almeno 4 giorni. Questo periodo, inoltre, è caratterizzato da alcuni sintomi specifici molto simili all’episodio maniacale, anche se con alcune distinzioni che vedremo più avanti.
Attacco ipomaniacale: come si manifesta?
I sintomi, dicevamo, sono molto simili a quelli dell’attacco maniacale ad eccezione di deliri ed allucinazioni, che in questo caso non si manifestano. Nello specifico parliamo di:
- Eccessiva autostima o manie di grandezza;
- Ridotto bisogno di sonno;
- Maggiore loquacità del solito o spinta continua a parlare;
- Fuga delle idee;
- Distraibilità;
- Aumentato coinvolgimento in attività finalizzate od agitazione psicomotoria;
- Eccessivo coinvolgimento in attività ludiche con elevato potenziale di conseguenze dannose (acquisti eccessivi, sessualità sconveniente, investimenti avventati).
Il soggetto malato, durante un episodio ipomaniacale, appare energico e allegro. Solitamente non prova fatica e non sente particolare bisogno di sonno. Anzi, riduce notevolmente le sue ore di riposo. Si alza solitamente presto e ha voglia di svolgere numerose attività. Purtroppo, però, ll paziente non ha una completa coscienza critica della malattia e tende spesso ad accreditare le condizioni attuali dell’umore come quelle abituali per lui.”Per alcuni pazienti i periodi ipomaniacali hanno carattere adattivo, perché danno grande energia, creatività, fiducia e un funzionamento sociale superiore al normale – spiega Msd – Molti non vogliono lasciare il piacevole stato euforico. Alcuni funzionano abbastanza bene e il funzionamento non è notevolmente compromesso. Tuttavia, in alcuni pazienti, l’ipomania si manifesta come distraibilità, irritabilità e umore labile, che il paziente e gli altri trovano meno attraenti“.
Il legame con lo stato maniacale
In sostanza, l’ipomania è una forma meno estrema di mania. Allo stesso tempo, però, ha solitamente una durata ridotta da qualche settimana a qualche mese, al termine dei quali, in una forbice che va dal 5 al 15%, si manifesta lo stato maniacale. Per questo motivo, l’ipomania è considerata, in qualche modo, un precursore della mania. La mania è, per definizione, data da un periodo di umore anormalmente e persistentemente elevato, espansivo od irritabile, della durata di almeno una settimana. I pazienti maniacali possono essere inesauribilmente, eccessivamente, e impulsivamente coinvolti in varie attività piacevoli ad alto rischio (per esempio, il gioco d’azzardo, gli sport pericolosi, l’attività sessuale promiscua), senza comprensione dei possibili danni. I sintomi sono così gravi che essi non possono funzionare adeguatamente nel loro ruolo primario (lavoro, scuola, gestione della casa). Investimenti sbagliati, spese folli e altre scelte personali possono avere conseguenze irreparabili. Il passo successivo è la psicosi maniacale, una manifestazione più estrema, con sintomi psicotici che possono essere difficili da distinguere dalla schizofrenia. I pazienti possono avere estremi deliri di grandezza o persecutori, a volte con allucinazioni.
Cosa fare, quindi? Rivolgersi a un professionista, che indicherà la cura specifica da seguire. In questi casi, però, non esistono farmaci universalmente efficaci. Molti, infatti, portano in dote effetti avversi significativi. Il paziente va, quindi, valutato passo passo e condotto alla soluzione più opportuna.