Le condizioni del divo d’azione di Hollywood, affetto da demenza frontotemporale, peggiorano sempre di più: a farne le spese, il suo ricordo di Demi Moore
Purtroppo, continuano a peggiorare le condizioni di Bruce Willis. Come da tempo reso noto, infatti, all’attore americano, celebre protagonista della saga Die Hard, è stata diagnosticata un tipo di demenza frontotemporale che deriva da disturbi ereditari o spontanei che causano la degenerazione del lobo frontale, fino a colpire la zona temporale del cervello. Fin da subito, la famiglia allargata di Bruce Willis aveva voluto condividere con il mondo la loro lotta alla malattia, anche per sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica al riguardo. Per questo, non sono mai mancati aggiornamenti sulle sue condizioni di salute.
Questa volta, a rivelare il peggioramento di Willis è stata una fonte vicina alla famiglia, la quale ha reso noto ai tabloid americani che la malattia sarebbe degenerata a tal punto che l’attore non riuscirebbe più a parlare bene e a riconoscere le persone. In particolare, la prima vittima della memoria di Willis sarebbe stata l’ex moglie Demi Moore. L’attrice, che è stata spostata con Willis per 13 anni e con il quale ha avuto 3 figlie, è sempre rimasta in ottimi rapporti con la star, rimanendogli accanto anche e soprattutto dopo la diagnosi. A quanto pare, il ricordo che ormai l’attore ha di Moore è diventato molto sbiadito, al punto da non riconoscerla più durante le sue visite.
Già dallo scorso febbraio, le figlie dell’attore, avevano aggiornato i fan attraverso i social, menzionando un improvviso peggioramento delle condizioni di salute di Willis e più o meno un mese fa, l’attuale moglie, Emma Heming, aveva ribadito nel corso di un’intervista che le condizioni dell’attore sono molto delicate, asserendo che quest’ultimo non sarebbe nemmeno consapevole della sua malattia.
Bruce Willis, la scoperta della malattia e il ritiro
Ormai, la malattia che ha privato Hollywood di uno dei suoi divi per eccellenza non sembra più fermarsi.
È dal marzo 2022 che i fan di Bruce Willis sperano in un miglioramento che, stando agli ultimi aggiornamenti, potrebbe non arrivae mai. infatti, poco più di un anno fa l’attore, insieme alla sua famiglia allargata, composta dall’ex moglie Demi Moore, le loro tre figlie – Rumer, Tallulah e Scout –, l’attuale moglie Emma Heming e le due figlie piccole, aveva annunciato il suo ritiro dalle scene a causa di una particolare patologia, l’afasia, che gli impediva di riuscire a parlare bene e che gli rendeva difficile imparare le battute.
Da lì, Willis si era sottoposto a una lunga serie di esami medici, che con molta fatica sono arrivati a dare una diagnosi più precisa e più crudele: demenza frontotemporale. Nonostante riuscire a dare un nome alla malattia sia stato fondamentale per la famiglia al fine di riuscire ad accettare le condizioni dell’attore, quest’ultimo progressivamente è caduto vittima non solo dei sintomi della patologia, ma anche di una forma di depressione che, secondo fonti vicine alla famiglia, gli avrebbero tolto in un primo momento la voglia di vivere.
Forte, però, la vicinanza e l’affetto delle figlie, che non smettono di fare sentire il loro amore al padre. Cominciando dalla maggiore, Rumer, che lo scorso aprile gli ha presentato la prima nipotina, Louetta Isley Thomas Willis, fino ad arrivare all’ultima figlia avuta da Moore, Tallulah. La giovane, ospite al Drew Berrymore Show ha avuto modo di parlare della malattia del padre e di come si sia evoluto il loro rapporto: “Mio padre è sempre lo stesso e ho imparato che questa è la cosa migliore che possiamo chiedere. Vedo l’amore quando sono con lui, è mio padre e mi ama, il che è davvero speciale”.
Cos’è la demenza frontotemporale
Un altro aspetto molto importante e da valorizzare nella vicenda di Bruce Willis è l’orgoglio e il coraggio con cui l’attore e la sua famiglia hanno parlato apertamente delle sue condizioni di salute, senza negare o cercare di aggirare l’evidenza. Fin da subito, la moglie e le figlie hanno affrontato il tema della demenza frontotemporale senza vergogna, con la speranza che la visibilità di cui gode l’attore riesca a fare da slancio alla ricerca scientifica per arrivare a una futura cura. Ma analizziamo più da vicino la malattia diagnosticata a Bruce Willis.
Come premesso, la demenza frontotemporale è una malattia neurodegenerativa dell’encefalo che si sviluppa a causa del graduale deterioramento dei neuroni localizzati nei lobi frontali e temporali del cervello. Si tratta di regioni cerebrali che gestiscono il linguaggio, il comportamento, parte del movimento e le abilità cognitive, quindi la loro progressiva degenerazione porta a alterazioni in tutte queste aree. Nello specifico, i sintomi immediati della demenza frontotemporale annoverano difficoltà nel linguaggio, improvvisi cambiamenti di personalità, problemi di equilibrio e amnesie.
Sebbene siano stati fatti progressi nelle scoperte relative alla malattia, non è ancora chiaro il meccanismo esatto che porta al deterioramento dei neuroni. La demenza frontotemporale rappresenta la quarta forma più comune di demenza, dopo l’Alzheimer, la demenza vascolare e la demenza con corpi di Lewy. Tuttavia, a differenza di queste forme di demenza, che tendono a colpire prevalentemente gli anziani, la demenza frontotemporale si manifesta solitamente in individui più giovani, di solito tra i 40 e i 65 anni.
Tra i sintomi iniziali della demenza frontotemporale, insieme a quelli legati al linguaggio, ci sono problemi comportamentali come atteggiamenti inappropriati in pubblico, impulsività, perdita o diminuzione dei freni inibitori, trascuratezza nell’igiene personale e modifiche improvvise nelle abitudini alimentari. Mano a mano che la malattia progredisce, tali sintomi peggiorano, inducendo spesso chi ne è affetto a un isolamento sociale e all’interruzione dei rapporti con gli altri. Alcuni individui manifestano anche irritabilità, aggressività, mancanza di empatia, comportamenti ossessivi o ripetitivi e una progressiva perdita di interesse e vitalità.
Nella fase avanzata della demenza frontotemporale, si può osservare un impatto sul controllo motorio e sui muscoli che si traduce in sintomi come rigidità, difficoltà a controllare la vescica e l’intestino, progressiva debolezza muscolare e atrofia. Inoltre, il degenerare della patologia comporta anche una compromissione nel controllo degli arti, perdita di equilibrio e coordinazione, maggiore lentezza nei movimenti e una limitazione della mobilità, che i medici identificano come degenerazione cortico-basale.
Purtroppo, come abbiamo già sottolineato, la demenza frontotemporale è una malattia dalla quale oggi non si può guarire. Tuttavia, con alcuni opportuni trattamenti, è possibile rallentarne la progressione e alleviarne la sintomatologia.