In 30 anni i nuovi casi sono aumentati del 79%. I risultati dello studio realizzato dall’università di Edimburgo
Cresce l’incidenza dei tumori nei pazienti più giovani. Nel 2019 le nuove diagnosi di tumore tra gli under 50 sono state complessivamente 1,82 milioni, con un incremento del 79% rispetto al dato del 1990. Lo rivela lo studio condotto dall’Università di Edimburgo pubblicato sulla rivista Bmj Oncology.
Secondo i ricercatori, le previsioni per il 2030 sono tutt’altro che rosee. A livello globale si attende un ulteriore aumento del 31% di nuovi casi e del 21% dei decessi, con un’incidenza maggiore nella fascia di età tra i 40 e 49 anni.
Secondo lo studio, che ha elaborato i dati del Global Burden of Disease 2019 Study su 29 tumori in 204 Paesi e regioni, i principali responsabili sono fumo, il consumo di alcolici e la dieta troppo ricca di carne rossa e povera di frutta e latte. Sotto accusa sono poi la sedentarietà, il sovrappeso e l’eccesso di zucchero nel sangue.
Mentre manca la piena comprensione delle cause, “è verosimile il contributo dei fattori legati allo stile di vita, per questo di stanno indagando “nuove aree di ricerca come l’uso di antibiotici, il microbioma intestinale, l’inquinamento atmosferico esterno e le esposizioni nelle prime fasi della vita”, commentano nell’editoriale a corredo dello studio i ricercatori della Queen’s University di Belfast.
Secondo la ricerca, oltre 1 milione di persone sotto i 50 anni è morto di cancro nel 2019, con un aumento di circa il 28% rispetto al 1990. Nel complesso, il cancro al seno rappresenta il maggior numero di casi e di decessi associati, rispettivamente 13,7 e 3,5 per 100mila individui della popolazione globale.
Dopo il cancro alla mammella, i tumori con il più alto tasso di mortalità sono quelli alla trachea, ai polmoni, allo stomaco e all’intestino. In aumento anche i decessi tra le persone affette da cancro al rene o alle ovaie.
La prevenzione resta fondamentale. “È importante educare sia i pazienti che la comunità medica sull’insorgenza di alcuni tipologie di cancro nei più giovani” in modo da promuovere diagnosi precoci e dunque aumentare le possibilità di guarigione, si legge ancora nell’editoriale. Altrettanto importante è l’individuazione di “strategie di trattamento dei tumori a insorgenza precoce” specifiche per i più giovani.
Per questo i ricercatori suggeriscono di estendere gli esami di screening, allargando la fascia di età per includere anche i pazienti più giovani.
Lo studio, sostengono, dovrebbe servire innanzitutto da monito per i governi rispetto al carico che i sistemi sanitari pubblici, ancora alle prese con i postumi della pandemia, dovranno sobbarcarsi nei prossimi anni.
“Si tratta di uno studio importante, anche per chi amministra la sanità, perché il cancro assorbirà molte risorse”, conferma il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Saverio Cinieri.
In Italia a fronte dell’aumento dei casi, le nuove strategie terapeutiche disponibili aiuteranno a contenere la mortalità, rassicura. Nei Paesi a basso e medio reddito, come in Africa e in America del Sud, invece sembra destinata a crescere significativamente a causa della scarsa disponibilità di terapie adeguate.
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