Tutto sulle coliche renali: dalle cause ai sintomi da non sottovalutare, cosa sono e come prevenirle e curarle.
La nefrolitiasi, ovvero la presenza di uno o più calcoli che si spostano nel sistema urinario, è la causa principale del dolore addominale acuto e improvviso conosciuto come colica renale. Tale disagio, che si manifesta sul lato dell’addome, si verifica quando gli aggregati solidi transitano attraverso il tratto tra i reni e l’uretra, causando inizialmente una dilatazione seguita da una contrazione spasmodica prolungata. La caratteristica dolorosa del mal di reni è di tipo lancinante e costante, può interessare un solo lato o entrambi, e non è influenzata dal cambio di posizione.
Il dolore grave che si origina dal lato può diffondersi all’ipocondrio (una zona più alta), estendendosi fino all’inguine e alle cosce (aree più basse rispetto ai reni). Questo può accompagnarsi a nausea e vomito, e occasionalmente a problemi urinari con la produzione di urina torbida o con tracce di sangue.
L’intensità del tormento provocato da un attacco di colica renale è frequentemente paragonato, o persino ritenuto superiore, a quella della nascita di un bambino. Questo è uno dei principali fattori che inducono le persone a cercare immediata assistenza medica presso il pronto soccorso.
È essenziale agire con urgenza non solo per lenire il dolore, ma anche per prevenire complicazioni rischiose che possono contribuire, tra le altre cose, all’insorgenza di una pielonefrite. Di conseguenza, la rimozione immediata del calcolo attraverso un’azione appropriata, comunemente chirurgica, è fondamentale per questi motivi.
Nella maggior parte dei casi, i calcoli hanno un diametro inferiore a 5 mm, e di conseguenza vengono espulsi naturalmente senza grossi ostacoli o con l’aiuto di interventi che ne facilitano l’eliminazione.
I reni sono due organi vitali che si trovano nella parte posteriore dell’addome, all’altezza della dodicesima costola, e fanno parte del sistema urinario. Il loro lavoro principale è produrre urina, filtrando dal sangue le sostanze in eccesso o di scarto.
Ogni rene è collegato a un piccolo tubo noto come uretere, il cui compito principale è trasferire l’urina. Gli ureteri destro e sinistro trasferiscono la loro produzione in un organo vuoto, ovvero la vescica, che funziona come un serbatoio di urina tra un’escrezione e l’altra.
Quando la capacità della vescica supera un determinato limite, la persona percepirà l’urgenza di espellere l’urina. Conseguentemente, attraverso l’azione conosciuta come minzione, l’urina viene eliminata dal corpo attraverso un’unica piccola tubatura collegata alla vescica, che si chiama uretra, svuotandola così.
La sofferenza provocata dalla colica renale si origina principalmente dall’ampliamento, dall’espansione e dal crampo scaturiti da un blocco acuto dell’uretere.
L’intensificazione della peristalsi prossimale nell’uretere, facilitata dall’attivazione di pacemaker ureterali interni, può causare la sensazione di dolore. Il dolore può anche derivare da vari altri fattori, come spasmi muscolari, infiammazione nella zona di ostruzione, insieme a irritazione ed edema. Questi fattori contribuiscono al dolore attivando i chemocettori e stirando le terminazioni nervose libere presenti nella sottomucosa.
La progressione del tormento è determinata dalla tolleranza e dalla consapevolezza del dolore dell’individuo, così come dalla variazione della pressione idrostatica all’interno dell’uretere superiore e del bacino renale. L’aumento del dolore della colica renale può essere causato dalla peristalsi ureterale, dal movimento dei calcoli e dall’alterazione o torsione del calcolo, che possono provocare bloccaggi intermittenti.
Il dolore renale acuto, comunemente noto come colica renale, può avere diverse cause principali. Tra queste, ci sono fattori ostruttivi, meccanici, come la presenza di calcoli che causano blocco e irritazione dei tessuti, ed infiammatori, come le infezionbh i. Tuttavia, la presenza di un calcolo nei reni e/o nell’uretra rimane la causa primaria della colica renale acuta.
Le pietre nei reni, o “sassolini”, di dimensioni variabili, si formano a causa della precipitazione e aggregazione di diverse sostanze che si trovano usualmente nelle urine, come i sali minerali, ad esempio il calcio, o composti organici tra cui l’acido urico. Col tempo, queste formazioni tendono a spostarsi dal rene verso le parti inferiori del sistema urinario, passando quindi all’uretere, successivamente alla vescica e, infine, all’uretra, da dove vengono espulse all’esterno attraverso le urine.
È semplice capire che questi piccoli sassi possono sia intralciare il flusso regolare dell’urina, sia causare danni lungo il percorso delle vie urinarie. Nel peggiore dei casi, il calcolo si espande, riempiendo totalmente la cavità renale in cui si trova, mettendo così a rischio la funzionalità del rene stesso.
Le coliche renali si manifestano quando un calcolo, trasportato dall’urina, si sposta dal rene all’uretere, bloccandolo parzialmente o completamente.
La creazione di pietre ai reni è facilitata da molteplici elementi, inclusa un’alimentazione non equilibrata (in particolare se si assume una quantità eccessiva di proteine e sodio), determinati processi infiammatori e continue infezioni del tratto urinario o di situazioni che ostacolano il flusso dell’urina, come si verifica comunemente nelle malattie della prostata definita ingrossata.
L’attacco di colica renale si presenta con un mal di fianco improvviso, che di solito è preceduto da un senso di malessere generale, nausea e vomito. Il dolore che si sperimenta durante un episodio di colica renale è tipicamente di tipo spasmodico e molto forte. Queste crisi di dolore durano diversi minuti e tendono a essere seguite da brevi momenti di allentamento del dolore.
Oltre alla sofferenza di natura colica, è possibile che la presenza di calcoli renali provochi altri sintomi, quali problemi nell’urinare, necessità impellente di urinare, nausea e vomito. Solitamente, se c’è la febbre, potrebbe indicare un’infezione delle vie urinarie.
La durata della colica renale dipende da vari fattori come la causa alla base, la posizione precisa e la serietà del disturbo. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, il dolore tocca il suo apice circa 1-2 ore dopo la comparsa iniziale.
Una crisi di colica renale può essere temporanea e può scomparire da sola. Ma, se quest’afflizione è costante ed estremamente grave, è consigliabile fare una visita dal dottore per avere un quadro chiaro della situazione e avviare una cura precisa e personalizzata per mitigare o risolvere il disturbo.
Trattamento
Il primo intervento prescrive un periodo di riposo, l’adozione di un regime alimentare modificato e una maggiore assunzione di liquidi al giorno per facilitare l’eliminazione. Un altro metodo suggerito comprende il consumo di quantità abbondanti di acqua oligo o leggermente mineralizzata per produrre un’escrezione urinaria maggiore di 2 litri in una giornata di 24 ore.
La terapia idropinica, che si basa sul consumo aumentato d’acqua, dovrebbe essere seguita solo su consiglio medico. Ciò è dovuto al fatto che, in determinate circostanze, può rivelarsi molto rischiosa.
L’idroterapia si fonda su un principio abbastanza semplice: incrementando la quantità di urina, si stimola l’eliminazione naturale dei minuscoli calcoli renali e si impedisce il loro sviluppo. Generalmente, per i calcoli di dimensioni ridotte, circa 5-7 mm, il periodo necessario per la loro espulsione naturale può variare tra i 2 e i 15 giorni.
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