Vediamo quali sono tutti i potenziali pericoli del cuore, iniziando da quelli “classici”, per poi analizzare quali sono quelli “moderni”
Il cuore è l’organo vitale per eccellenza dell’essere umano. Esso, infatti, costituisce il motore vitale del nostro organismo ed è essenziale per garantire la circolazione sanguigna. Questo organo vitale svolge un ruolo cruciale nel trasportare l’ossigeno dai polmoni alle cellule, agli organi e ai tessuti del corpo umano per fornire loro l’energia necessaria. Inoltre, è responsabile dello scambio di anidride carbonica, il sottoprodotto del ciclo metabolico. Il cuore, però, è anche molto delicato e soggetto a diversi fattori di rischio, i quali sono anche aumentati notevolmente negli ultimi anni. Ma quali sono tutti questi fattori di rischio? Vediamoli nello specifico.
Età, fumo, stile di vita, ma non solo! Ecco tutti i fattori di rischio per la salute del cuore
Il cuore, quindi, come abbiamo detto, è soggetto a moltissimi fattori di rischio, ma bisogna sottolineare che questi sono di due tipi: modificabili e non modificabili. Entrambi contribuiscono alla potenziale comparsa di condizioni come infarti e ictus. I fattori di rischio non modificabili sono quelli su cui non si può intervenire direttamente, ma il cui impatto può essere ridotto adottando comportamenti salutari e attuando misure preventive. I fattori di rischio modificabili sono invece quegli elementi che possono essere influenzati direttamente dall’ambiente e dallo stile di vita, sia in modo favorevole che sfavorevole.
Vediamo quali sono i fattori di rischio “classici” per il cuore, sia modificabile, sia non modificabili.
Età
La probabilità di manifestare una patologia cardiovascolare è strettamente associata all’età. L’insorgenza di un infarto del miocardio è più comune nei soggetti compresi tra i 50 e i 60 anni.
Sesso
Il rischio cardiovascolare varia tra uomini e donne: gli uomini mostrano una pressione sanguigna e una frequenza cardiaca più elevate, aumentando la loro suscettibilità alle malattie cardiovascolari. Durante la giovinezza e la maturità, si osserva una maggiore incidenza di infarto e aterosclerosi nei maschi rispetto alle femmine. Ma con l’avvento della menopausa, il rischio tra uomini e donne si equipara.
Familiarità
Secondo le attuali conoscenze scientifiche, la propensione alle malattie cardiovascolari non può essere attribuita a un singolo gene, bensì a una combinazione di fattori genetici. Pertanto, determinare l’influenza della familiarità nelle patologie cardiache non è un compito facile.
Menopausa
Nelle donne, il rischio evolve nelle diverse fasi della vita: durante gli anni fertili, gli estrogeni, ormoni prodotti regolarmente durante il ciclo mestruale, forniscono una protezione al cuore e ai vasi sanguigni. Con l’arrivo della menopausa, la produzione di estrogeni diminuisce e il rischio di malattie cardiovascolari aumenta notevolmente, riducendo le differenze di genere fino a scomparire. Nonostante la minore incidenza di malattie cardiovascolari nelle donne fino alla menopausa, si verifica un paradosso: le donne sono svantaggiate nel controllo dei fattori di rischio modificabili, essendo meno consapevoli della questione, e possono affrontare ritardi nella diagnosi di malattie accidentali. Inoltre, gli studi epidemiologici sulle malattie cardiovascolari nelle donne sono stati avviati in ritardo, limitando le nostre conoscenze scientifiche.
Ipertensione
La pressione arteriosa, misurata in millimetri di mercurio (mmHg), rappresenta la forza con cui il cuore spinge il sangue attraverso il corpo. Questo valore comprende due componenti: la pressione sistolica o massima e la pressione diastolica o minima, con valori desiderabili sotto i 130 mmHg e 80 mmHg, rispettivamente. La pressione varia durante il giorno, aumentando con fattori come lo sforzo, le emozioni e il freddo, e diminuendo con il riposo. L’ipertensione si verifica quando la pressione supera i 140/90 mmHg, provocando stress sul cuore e contribuendo all’aterosclerosi. Questo stato può aumentare il rischio di infarto, ictus, insufficienza renale e danni alla vista.
Colesterolemia
Il colesterolo, componente lipidica essenziale delle membrane cellulari, è prevalentemente sintetizzato dal fegato e contribuisce alla produzione di ormoni vitali e vitamina D. L’assunzione alimentare di colesterolo avviene attraverso cibi ricchi di grassi animali. Un eccesso di colesterolo, noto come ipercolesterolemia, può comportare gravi rischi per cuore, arterie e cervello. A livello arterioso, il colesterolo danneggia le pareti vascolari, formando placche aterosclerotiche e causando rigidità o dilatazioni anomale. Le coronarie coinvolte aumentano il rischio di infarto, mentre l’accumulo nelle arterie cerebrali predispone all’ictus. Nei fumatori, danni all’aorta e arterie degli arti inferiori possono favorire aneurismi.
Diabete
Tra gli elementi nutritivi, i carboidrati o zuccheri sono essenziali, con il glucosio come principale fonte energetica facilmente utilizzata dal corpo. Il pancreas produce l’insulina, un ormone che agevola l’assorbimento del glucosio nelle cellule. Nel diabete, che può essere di tipo I (assenza di insulina), di tipo II (produzione insufficiente o resistenza insulinica), si verifica un aumento della glicemia. Il diabete è diagnosticato quando la glicemia a digiuno supera 126 mg/dl in almeno due misurazioni separate da una settimana. Il diabete comporta complicanze vascolari macro e micro, interessando arterie coronarie, carotidi, arti inferiori, occhi, reni e sistema nervoso periferico. Le malattie vascolari associate al diabete tendono ad essere più diffuse, gravi e spesso calcifiche rispetto a quelle di individui non diabetici. La presenza di altri fattori di rischio, soprattutto il fumo, amplifica la complessità di questa condizione.
Obesità
Il sovrappeso rappresenta il precursore di vari fattori di rischio per le malattie cardiache, tra cui elevato colesterolo, ipertensione e diabete. Il peso eccessivo sottopone il cuore a un carico aggiuntivo anche durante le attività quotidiane.
Fumo
Oltre all’aumento del rischio di sviluppare tumori come il cancro ai polmoni, il tabagismo rappresenta un significativo fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, soprattutto nei giovani. Il fumo riduce l’apporto di ossigeno al cuore, incrementa la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, danneggia le arterie favorendo la loro contrazione e spasmo, e contribuisce all’aterosclerosi. Questo aumenta le possibilità di ictus o infarto, di progressione dell’arteriopatia degli arti inferiori e costituisce il principale fattore di rischio per la formazione e l’evoluzione dell’aneurisma dell’aorta addominale.
Come abbiamo detto, però, non sono solamente questi fattori a compromettere la salute del cuore: è importante notare che almeno il 15% delle persone colpite da infarto non presenta alcun fattore di rischio identificato. Pertanto, è essenziale ampliare la prospettiva e considerare nuovi pericoli dai quali proteggersi. Questo è l’obiettivo di una revisione pubblicata sull’European Heart Journal, guidata da Rocco A. Montone, che sintetizza i principali rischi “nuovi” per il cuore sotto il termine “esposoma“. Tra questi, rientrano l’inquinamento (dell’aria, del suolo, dell’acqua e l’esposizione a sostanze chimiche), fattori socio-economici e psicologici (stress, depressione, isolamento sociale), oltre a malattie infettive come l’influenza e il Covid-19.