All’inizio dello studio i partecipanti sono stati interrogati sulle loro abitudini alimentari e, in seguito, 7 e 20 anni dopo. Gli stessi individui poi hanno risposto a test cognitivi altre due volte: a 50 e, poi, ancora a 55 anni d’età.
I partecipanti sono stati catalogati in tre diversi gruppi di aderenza (bassa, media, alta), a seconda di quanto la loro dieta si avvicinasse a 3 differenti regimi alimentari considerati sani.
Per farlo sono stati considerati i protocolli alimentari salutari: MedDiet – la classica dieta mediterranea -, Dieta DASH – Dietary Approaches to Stop Hypertension – ideata contro l’ipertensione, come parte dello studio denominato CARDIA e la dieta APDQS – dieta con punteggio di qualità alimentare a priori -.
Nella MedDiet prevale il consumo di verdura, frutta, cereali integrali, legumi, noci, grassi insaturi, pesce grasso e olio d’oliva; mentre carne rossa, pollame e latticini ad altro contenuto di grassi sono limitati.
La dieta DASH consiste in frutta, verdura, cereali integrali, legumi, latticini a basso contenuto di grassi e frutta secca, limiti sul consumo di pesce, pollame, carne rossa, grassi totali e saturi, sale e dolci.
La dieta APDQS comprende frutta, verdura, legumi, latticini a basso contenuto di grassi, pesce e alcol moderato; con limiti su latticini ad altro contenuto di grassi, cibi fritti, snack salati, dolci e bibite zuccherate.
Si è evinto dai risultati che si ottiene una migliore salute cognitiva con la Dieta Mediterranea e la dieta APDQS. In particolare, il gruppo con alta aderenza per la MedDiet ha mostrato il 46% in meno di probabilità di avere scarse capacità di pensiero, rispetto ai partecipanti con bassa aderenza alla dieta mediterranea.