Si tratta di una delle più diffuse insufficienze insuliniche diagnosticate nel mondo: tutto quello che c’è da sapere sul diabete di tipo 1
Ormai, tra le malattie autoimmuni più diffuse al mondo si distingue il diabete, che si caratterizza generalmente per la presenza di quantità eccessive di glucosio nel sangue. I valori eccedenti di glucosio – indicati con la diagnosi di iperglicemia – sono causati da un’insufficiente produzione di insulina, vale a dire l’ormone che regola appunto il livello di zucchero nel sangue. Tale insufficienza insulinica viene riscontrata sempre più spesso nei pazienti, al punto che le diagnosi di diabete in Italia contano più di 3,5 milioni di persone.
Nello specifico, le forme più note di diabete sono due: il diabete mellito di tipo 1 e il diabete mellito di tipo 2. Nel diabete tipo 1, il pancreas non riesce a produrre insulina a causa della distruzione delle beta-cellule che sono deputate alla produzione di questo ormone. Tale disfunzione pancreatica affligge oggi il 5-10% delle persone diabetiche, manifestandosi generalmente nel periodo dell’’infanzia o dell’adolescenza. D’altro canto, il diabete di tipo 2 è causato da una ridotta sensibilità all’insulina da parte di fegato, muscolo e tessuto adiposo e/o a una ridotta secrezione di insulina da parte del pancreas.
Per definizione medica, il diabete mellito di tipo 1 rappresenta una patologia cronica, autoimmune, dipendente da un’alterazione del sistema immunitario, che comporta la distruzione di cellule dell’organismo riconosciute come estranee e verso le quali vengono prodotti degli anticorpi che le attaccano.
Data la sua insorgenza nei soggetti giovani, viene anche classificato come diabete giovanile o insulino-dipendente, sempre per distinguerlo dal tipo 2, più comune degli adulti. Infatti, tale insufficienza insulinica è si sviluppa in genere durante gli anni dell’adolescenza, sebbene esistano casi in cui può comparire anche in bambini piccolissimi, addirittura neonati, o in giovani adulti, per poi accompagnarli per tutta la vita.
Facendo una rapida stima sul territorio nazionale, in Italia le persone diagnosticate con diabete di tipo 1 sono circa 300.000, ma l’incidenza di questa patologia è in progressivo aumento in tutto il mondo.
Facciamo quindi un rapido excursus sulle cause e, soprattutto, sulla sintomatologia con cui si manifesta.
Generalmente, nei soggetti più piccoli – bambini e neonati – i sintomi di esordio del diabete tipo 1 si manifestano improvvisamente, molto spesso provocando reazioni quasi drammatiche. Infatti, le cellule beta-pancreatiche vengono distrutte molto velocemente, provocando il rapido aumento dello zucchero nel sangue e la perdita di zucchero con le urine. In tal caso, il manifestarsi del diabete di tipo 1 corrisponde molto spesso con la cosiddetta “chetoacidosi”, vale a dire una complicanza metabolica acuta del diabete, che provoca nausea, vomito e dolori addominali e può progredire fino all’edema cerebrale, e, nei casi più gravi al coma e alla morte.
D’altro canto, negli adolescenti come anche negli adulti i sintomi di esordio del diabete di tipo 1 risultano essere più graduali, dal momento che la distruzione delle cellule beta avviene più lentamente. Generalmente, la sintomatologia d’esordio comprende:
Tuttavia, anche nei pazienti più grandi sono stati riscontati casi di sintomi di diabete di tipo 1 molto gravi, tali da scatenare una chetoacidosi che si manifesta in:
Purtroppo, ancora oggi sono sconosciute le cause che induco all’insorgere del diabete di tipo 1. Unico dato certo è che è provocato da un malfunzionamento del parte del sistema immunitario nei confronti delle cellule che producono insulina. Infatti, la malattia si manifesta con la presenza nel sangue di anticorpi diretti contro antigeni presenti a livello delle cellule che producono l’insulina. Date queste premesse, il diabete di tipo 1 viene classificato tra le cosiddette patologie “autoimmuni”, vale a dire quelle caratterizzate da una reazione del sistema immunitario contro lo stesso organismo. Nello specifico, in questo caso il sabotaggio che il sistema immunitario provoca nei confronti delle cellule che producono l’insulina potrebbe essere imputato a fattori ereditari come anche a fattori ambientali, tra cui si annoverano la dieta alimentare e lo stile di vita.
Dal momento che è però impossibile isolarne le cause, il diabete di tipo 1 non riesce a essere prevenuto e nessuna strategia di prevenzione tentata fino a oggi è risultata efficace. In ogni caso, i medici sono concordi nell’affermare che tanto la diagnosi si diabete di tipo 1, quanto quella di diabete di tipo 2 possano essere evitate tramite l’adozione di uno stile di vita salutare che comporta:
Ma come capire se si è affetti da questa insufficienza insulinica? Per avere una diagnosi di diabete di tipo 1 basta sottoporsi a un esame del sangue. Infatti, per avere una conferma della patologia è sufficiente registrare a digiuno un valore di glicemia >126 mg/dl confermato in almeno due giornate differenti.
In alternativa, è possibile sottoporsi a esami più specifici, come:
Una volta accertata la diagnosi di diabete di tipo 1, giunge il momento del trattamento e del monitoraggio della patologia. Al momento, l’unica terapia disponibile è l’assunzione di insulina, tramite di iniezioni sottocutanee oppure con i sistemi di infusione continua, noti come microinfusori. Si tratta di un trattamento continuativo, destinato a durare per tutta la vita. Tuttavia, grazie alla terapia insulinica la maggior parte dei pazienti riesce a condurre una vita normale e a prevenire l’insorgenza di complicanze.
Per avere supporto e controllo del trattamento del diabete di tipo 1 può risultare strategico rivolgersi a centri specialistici, per avere accesso a visite specialistiche di diabetologi, oculisti, nefrologi e cardiologi.
In ogni caso, per un corretto trattamento della patologia è indispensabile un quotidianoautocontrollo della glicemia, tramite l’utilizzo di un reflettometro, un piccolo apparecchio che misura il valore della glicemia a partire da una piccola striscia reattiva su cui si pone una goccia di sangue prelevata dal un dito di una mano. Inoltre, per garantire un monitoraggio continuo dei valori della glicemia nel sangue, le persone affette da diabete di tipo 1 possono munirsi di particolari apparecchi muniti di “sensori” che sono in grado di misurare automaticamente i valori glicemici ogni pochi minuti attraverso un ago sottile, inserito sotto la cute.
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