Il Disturbo borderline di personalità è è una condizione psicologica caratterizzata dall’instabilità di stati d’animo, emozioni, relazioni e comportamento. Come si affronta?
Il Disturbo borderline di personalità è, per definizione, una condizione psicologica caratterizzata dall’instabilità di stati d’animo, emozioni, relazioni e comportamento, associata a problemi specifici e significativi nell’elaborazione e nella gestione del pensiero e dell’immagine di sé. Allo stesso tempo, è da sottolineare come i suoi contorni siano molto sfumati e, da un certo punto di vista, controversi. Viene usato come “contenitore” in cui inserire tutti quei casi non meglio diagnosticabili in altro modo.
Quali sono le cause?
Si tratta di un disturbo da affrontare nell’immediato e non sottovalutare. Può, infatti, causare un importante abbassamento della qualità della vita e avere un impatto negativo sia sui rapporti famigliari sia in ambito lavorativo e relazionale. Proprio quest’ultima è quella ad essere spesso maggiormente compromessa. I partner di coloro che hanno una personalità borderline devono costantemente fare i conti con la sensazione di essere sotto esame. Sono spesso sottoposti ad una inesauribile richiesta di dimostrazioni di amore, oggetto di gelosia ossessiva che spesso sfiora la paranoia.
A causare il Disturbo possono essere diversi fattori che concorrono. Tra i fattori di rischio ci sono:
- Abusi e traumi: le persone che hanno subito abusi sessuali, emotivi o fisici hanno un rischio maggiore di sviluppare il disturbo borderline di personalità. Anche la negligenza, il maltrattamento o la separazione da un genitore aumenta il rischio.
- Genetica: sebbene chiunque possa sviluppare disturbi della personalità, alcuni studi suggeriscono che il BPD possa essere ereditato o fortemente associato ad altri disturbi della salute mentale tra i membri della famiglia. Pertanto, in caso di storia familiare di disturbo borderline di personalità, è più probabile che sviluppi questo quadro.
- Differenze nel cervello: diversi studi hanno dimostrato che le persone con BPD hanno differenze sia nella struttura del cervello, che nella funzione cerebrale. In particolare, il disturbo borderline di personalità è stato associato ad un’attività eccessiva in parti del cervello che controllano l’esperienza e l’espressione delle emozioni e dell’impulsività.
Come affrontare il Bdp
Il trattamento del Disturbo borderline di personalità prevede necessariamente una psicoterapia strutturata, meglio se di orientamento cognitivo-comportamentale. Esempi di psicoterapia mirati al BPD includono la terapia dialettico comportamentale (DBT), il trattamento basato sulla mentalizzazione (in inglese: mentalization-based treatment, MBT) e la psicoterapia incentrata sul transfert (TFP). In aggiunta, possono essere impiegati farmaci. Nello specifico farmaci antipsicotici, stabilizzatori dell’umore ed antidepressivi, che sono utili per la gestione della rabbia ed i sintomi comunemente associati (ansia, depressione e sintomi psicotici) al disturbo borderline di personalità. Infine, in caso di periodi di maggiore manifestazione del disturbo, potrebbe essere necessario il ricovero ospedaliero.
Di primaria importanza è interrompere i comportamenti aggressivi o autolesivi, che spesso esitano in ospedalizzazioni d’urgenza. Una volta ridotti i comportamenti problematici a rischio, l’intervento si sposta sulle grosse difficoltà di queste persone nel mantenere una rappresentazione stabile e integrata di sé e dell’altro. Fondamentale, nel lungo periodo, anche il coinvolgimento della famiglia. Come abbiamo visto, è spesso legato all’ambito famigliare lo sviluppo del Disturbo.