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Salute

Disturbo da deficit di attenzione, cos’è e come si può trattare?

“ADHD” sta per “Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder”, che in italiano viene tradotto come “Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività”. Scopriamo meglio di cosa si tratta

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (dall’inglese “Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder” o ADHD) è una condizione che colpisce milioni di individui in tutto il mondo, influenzando l’attenzione, la concentrazione e il controllo degli impulsi.

Classificato come disturbo, questo può presentarsi sin dall’infanzia e persistere nell’età adulta, influenzando significativamente la vita quotidiana delle persone colpite.

In questo articolo, esploreremo più approfonditamente cosa sia l’ADHD, i suoi sintomi e le varie modalità di trattamento disponibili per gestire questa condizione complessa e migliorare la qualità della vita delle persone affette.

Disturbo da deficit di attenzione (ADHD), cos’è?

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività è una condizione neurobiologica che colpisce l’attenzione, l’autocontrollo e la capacità di concentrazione. Questo disturbo, come già menzionato, può colpire persone di tutte le età, ma è spesso diagnosticato in età pediatrica.

Chi ne è affetto può manifestare difficoltà nel concentrarsi su compiti specifici, essere facilmente distratto e avere problemi nel controllo degli impulsi.

Sintomi dell’ADHD

I sintomi dell’ADHD possono variare considerevolmente da persona a persona e includono difficoltà nell’organizzazione delle attività, dimenticanza frequente di aspetti o attività quotidiane, incapacità di completare i “compiti” (di qualsiasi natura siano, non solo in campo scolastico), tendenza ad essere irrequieti e impulsivi, e fatica nel seguire istruzioni.

Cause dell’ADHD

Le cause esatte dell’ADHD non sono ancora completamente comprese, ma la comunità scientifica crede che possa essere una combinazione di fattori genetici, ambientali e neurologici giocare un ruolo significativo nello sviluppo di questa condizione.
Studi hanno dimostrato che anomalie nella chimica cerebrale e nell’attività neuronale possono contribuire alla manifestazione dell’ADHD.

Come si può trattare l’ADHD?

Benché le cause certe del disturbo oggi rimangano offuscate e incerte, esistono diversi trattamenti che possano migliorare la vita degli individui colpiti, attenuando gli effetti dell’ADHD.

Terapie comportamentali

Le terapie comportamentali svolgono un ruolo chiave nel trattamento dell’ADHD.

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) può aiutare le persone a sviluppare strategie per gestire i sintomi, migliorare le abilità sociali e l’autoregolazione emotiva.

Inoltre, questo tipo di trattamento può insegnare tecniche di organizzazione e gestione del tempo per affrontare le sfide quotidiane.

Immagine | Pixabay @fizkes – Importpharma.it

Approcci terapeutici

Il trattamento dell’ADHD può coinvolgere spesso una combinazione di interventi farmacologici, oltre che alla terapia comportamentale e al supporto educativo di cui tratteremo tra poco.

I farmaci stimolanti come il metilfenidato e l’anfetamina sono spesso prescritti per aiutare a migliorare l’attenzione e il controllo degli impulsi nelle persone con ADHD.

Tuttavia, è importante notare che l’efficacia di questi farmaci può variare da individuo a individuo e che possono causare effetti collaterali.

Supporto educativo e ambientale

Un ambiente educativo e sociale che comprende le esigenze specifiche delle persone con ADHD è fondamentale.

L’implementazione di misure di supporto nell’ambiente scolastico o lavorativo, come l’adattamento delle attività, la fornitura di istruzioni chiare e l’accesso a risorse aggiuntive, può migliorare significativamente il funzionamento e il benessere delle persone affette da ADHD.

Gestione dello stile di vita

Infine, una certa gestione dello stile di vita può influenzare positivamente i sintomi dell’ADHD.

Ad esempio, un’adeguata alimentazione, sufficiente esercizio fisico e una buona qualità del sonno possono contribuire a ridurre l’irritabilità e migliorare l’attenzione e la concentrazione.

Matilde Brizzi

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