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Salute

Esistono dei trattamenti efficaci per le allergie agli animali domestici?

Soffri di allergie agli animali domestici e non sai cosa fare? Per fortuna esistono dei trattamenti efficaci da poter sfruttare, ecco quali sono

Le reazioni allergiche possono variare da persona a persona e spesso si manifestano con sintomi cutanei, congiuntivite, rinite o asma. Nel caso si sospetti che gli animali domestici siano la causa dell’allergia, è fondamentale consultare un medico per una valutazione accurata e determinare se effettivamente sono responsabili dei sintomi allergici.

Esistono dei trattamenti efficaci per combattere le allergie dovute agli animali domestici?

Il contatto con il pelo o le piume degli animali domestici o l’inalazione di allergeni può provocare diverse reazioni in caso di ipersensibilità, tra cui:

  1. Rinite allergica: starnuti, tosse, naso che cola o congestione nasale;
  2. Prurito a naso, palato o gola: tendenza a sfregare il naso, soprattutto nei bambini;
  3. Sintomi oculari: prurito alle congiuntive, gonfiore, arrossamento e lacrimazione profusa (congiuntivite allergica);
  4. Senso di stanchezza e malessere generale;
  5. Dolore e pressione al viso.

In associazione all’asma, possono verificarsi:

  1. Difficoltà di respirazione e respiro sibilante;
  2. Senso di oppressione al petto o dolore;
  3. Disturbi del sonno causati da mancanza di respiro, tosse o dispnea.
Immagine | Pixabay @elenaleonova – Importpharma.it

In alcuni casi, il contatto diretto con animali domestici può anche scatenare sintomi cutanei come orticaria, dermatite o eczema, con eruzioni pruriginose e macchie rosse.

Le allergie agli animali domestici sono, quindi, una causa comune di gola secca, congiuntivite, rinite, asma e reazioni cutanee.

Gli allergeni di origine animale, capaci di innescare reazioni allergiche, sono presenti in varie sostanze prodotte dagli animali, come saliva, scaglie di pelle morta, ghiandole sebacee e urina. Il pelo, quindi, non è la causa principale dell’allergia, ma rappresenta uno dei veicoli che favorisce il contatto con l’allergene.

La maggior parte delle sensibilizzazioni si verifica nei confronti di gatti, cani, cavalli e roditori. I test cutanei ed ematici consentono di determinare la suscettibilità a uno specifico allergene e di valutare l’entità delle reazioni che può causare. È possibile che un individuo manifesti una reazione allergica anche in assenza di animali domestici; basta il contatto con gli allergeni trasportati da altre persone. Le particelle microscopiche si depositano su vestiti, capelli o sotto le suole delle scarpe, diffondendosi facilmente nell’ambiente, depositandosi nella polvere o rimanendo sospese nell’aria. Gli allergeni possono così essere inalati, penetrare nell’apparato respiratorio e scatenare una risposta immunitaria nei soggetti ipersensibili.

La prima strategia nel gestire le reazioni allergiche causate dagli animali domestici è cercare di evitare al massimo l’esposizione agli allergeni, riducendo così la frequenza e l’intensità dei sintomi. Tuttavia, è estremamente complesso evitare completamente tale esposizione, poiché gli allergeni possono trovarsi nell’ambiente o essere trasportati su persone e oggetti, anche in assenza diretta di un animale domestico. Inoltre, l’allergia al gatto o al cane è persistente e non segue un pattern stagionale. Pertanto, in alcune situazioni, potrebbe essere necessario utilizzare farmaci per gestire o prevenire i sintomi.

Il medico può direttamente indicare uno dei seguenti farmaci per migliorare i sintomi respiratori:

Gli antistaminici riducono la produzione di istamina, una sostanza chimica prodotta in risposta a particolari stimoli del sistema immunitario ed attiva in una reazione allergica. Di conseguenza, questi farmaci consentono di alleviare sintomi come prurito, starnuti ricorrenti e naso che cola. Gli antistaminici sono disponibili come spray nasali, compresse o sciroppi per i bambini (per esempio: fexofenadina, loratadina e cetirizina).

I corticosteroidi assunti come spray nasali possono ridurre i sintomi associati all’infiammazione e controllare i sintomi della rinite allergica. Questi farmaci comprendono fluticasone, mometasone furoato, triamcinolone e ciclesonide. I corticosteroidi applicati localmente per via nasale permettono di utilizzare una bassa dose di farmaco e producono meno effetti collaterali rispetto ai corticosteroidi orali, necessari talvolta per attacchi gravi.

Gli spray nasali decongestionanti possono essere utilizzati per fornire un rapido sollievo ai sintomi della rinite, contribuendo, ad esempio, a ridurre il gonfiore a livello delle cavità nasali o rendendo più facile la respirazione. L’effetto sui sintomi dell’allergia è però temporaneo e, utilizzando uno spray decongestionante per più di tre giorni consecutivi, si può favorire il peggioramento della congestione nasale.I decongestionanti assunti per via orale possono aumentare la pressione sanguigna e non dovrebbero essere assunti se si soffre di pressione alta, glaucoma o malattie cardiovascolari. Per questi motivi, è opportuno ricorrere all’aiuto dei decongestionanti solo previa consultazione con il proprio medico.

Il sodio cromoglicato (così come gli altri cromoni) previene il rilascio da parte del sistema immunitario di istamina e di altri mediatori chimici che intervengono nella reazione allergica; in questo modo riduce i sintomi e l’infiammazione a livello delle vie aeree. L’applicazione locale (spray nasale) potrebbe essere necessaria più volte al giorno ed è più efficace se avviene prima che si sviluppino segni e sintomi. I cromoni tendono ad essere più efficaci nei casi lievi di asma. Il sodio cromoglicato di solito è ben tollerato e non presenta effetti collaterali gravi.

Gli antileucotrieni bloccano l’azione di alcune sostanze chimiche del sistema immunitario. I leucotrieni, infatti, sono composti rilasciati dalle cellule durante una risposta flogistica ed esercitano un potente effetto costrittivo sulla vie aeree. I farmaci antileucotrienici, assunti per via orale (esempio: montelukast), svolgono un’azione antagonista rispetto a queste molecole ed alleviano i sintomi dell’allergia. Gli antileucotrieni possono essere prescritti qualora il paziente non fosse in grado di tollerare gli spray nasali a base di corticosteroidi od antistaminici. Possibili effetti collaterali degli antileucotrieni includono infezione delle alte vie respiratorie, mal di testa e febbre. Effetti collaterali meno comuni includono cambiamenti dello stato d’animo, come ansia o depressione.

Per i sintomi oculari possono essere applicati colliri contenenti cromoglicato di sodio o antistaminici per ridurre l’arrossamento, il prurito e l’infiammazione (congiuntivite allergica).

I risultati dei test diagnostici possono guidare verso l’adozione di un trattamento di desensibilizzazione mirato allo specifico allergene. Questa forma di “vaccino” ha l’obiettivo di “addestrare” gradualmente il sistema immunitario a ridurre la sua ipersensibilità verso la sostanza responsabile dell’allergia agli animali domestici.

Il protocollo immunoterapico implica l’esposizione a dosi minime dell’allergene specifico, come la proteina animale scatenante la reazione allergica. Queste dosi vengono progressivamente aumentate nel corso di 3-6 mesi. La fase di mantenimento prevede l’assunzione regolare del preparato per almeno 3-5 anni consecutivi.

L’immunoterapia diventa una scelta quando altri trattamenti non sono efficaci. Se seguito attentamente e costantemente, il trattamento di desensibilizzazione ha il potenziale di ridurre significativamente o addirittura eliminare l’allergia agli animali domestici. Tuttavia, è cruciale che il paziente aderisca al trattamento con attenzione e costanza.

Nel caso in cui la reazione allergica comporti crisi asmatiche, il medico potrebbe prescrivere farmaci broncodilatatori oltre ai trattamenti sintomatici come corticosteroidi, cromoni ed antagonisti del recettore dei leucotrieni. I broncodilatatori agiscono sulla muscolatura liscia delle vie aeree, dilatandole e migliorando così il flusso di ossigeno. Questi farmaci, disponibili su prescrizione medica, devono essere utilizzati con cautela, poiché possono scatenare effetti collaterali gravi.

I broncodilatatori più comuni includono:

  1. Beta-2 agonisti: agiscono rapidamente per rilassare e dilatare le vie aeree. Possono essere a rapida azione (come il salbutamolo) per crisi improvvise o a lunga durata (salmeterolo e formoterolo) per casi cronici, con un’azione che può durare circa 12 ore.
  2. Anticolinergici: meno potenti dei beta-2 agonisti ma con minori effetti collaterali, sono utilizzati soprattutto nei casi di asma lieve.
  3. Teofillina e derivati: meno comunemente prescritti a causa dei loro effetti collaterali accentuati, come nausea, vomito e mal di testa.
Federico Liberi

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