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Salute

Infertilità maschile, le cause e le possibili cure

Le cause e le possibili terapie mediche per contrastare l’infertilità maschile, un problema che colpisce il 30% delle coppie.

L’insuccesso riproduttivo nell’uomo, noto come infertilità maschile, rappresenta il 30% dei casi di sterilità tra le coppie. I motivi e i trattamenti per combattere questa condizione sono vari.

Quali sono le possibili cause dell’infertilità negli uomini e come viene diagnosticata

Quando un uomo non è in grado di concepire dopo un anno di rapporti sessuali non protetti e frequenti si parla di infertilità o sterilità maschile. Nelle nazioni industrializzate, l’incidenza della sterilità nelle coppie varia tra il 15% e il 20%. Secondo il Registro Nazionale Procreazione Medicalmente Assistita, le statistiche dell’infertilità nelle coppie in Italia sono le seguenti:

  • 29,3% dell’infertilità è dovuta a fattori maschili,
  • 37,1% a fattori femminili,
  • 17,6% a entrambi i sessi,
  • 15,1% è infertilità idiopatica, cioè senza cause evidenti
  • 0,9% è correlata a difetti congeniti.

Le cause principali dell’infertilità maschile generalmente non si accompagnano con sintomi evidenti, ma ci sono due eccezioni.

  • Il varicocele, una condizione caratterizzata da un gonfiore delle vene spermatiche e testicolari, potrebbe manifestarsi in modo asintomatico o con una sensazione di fastidio e pressione nello scroto.
  • L’altra eccezione è rappresentata dalle infiammazioni che possono colpire i canali uroseminali, causando in alcuni casi un senso di urgenza nel bisogno di urinare, bruciore durante l’espulsione dell’urina o durante l’eiaculazione.

Capire la differenza tra sterilità e infertilità è essenziale.

La sterilità può avere quattro possibili cause:

  • l’azoospermia, ovvero l’assenza completa di spermatozoi;
  • la cripto-azoospermia, che fa riferimento ad un numero di spermatozoi estremamente esiguo nel seme;
  • l’aspermia, condizione in cui non c’è eiaculazione;
  • la necrozoospermia, situazione in cui gli spermatozoi presenti nel liquido seminale sono deceduti.

Ci sono diverse cause alla base dell’infertilità nell’uomo, e queste possono essere suddivise in tre categorie principali:

  • la prima comprende le condizioni pre-testicolari, come le malattie endocrine che colpiscono l’ipotalamo o l’ipofosi, e può portare a problemi nello sviluppo e mantenimento della spermatogenesi normale. Un esempio di queste condizioni è l’ipogonadismo ipogonadotropico.
  • In secondo luogo, ci sono le cause testicolari, che includono alterazioni congenite, cromosomiche o genetiche. Una delle più comuni è la sindrome di Klinefelter, caratterizzata da un cromosoma X in più. Altre condizioni possono includere infezioni dei genitali maschili, criptorchidismo, per il quale si effettuano interventi chirurgici nel primo anno di vita e varicocele.
  • Infine, le cause post-testicolari sono principalmente dovute a ostruzioni dei canali da cui gli spermatozoi vengono espulsi. Questi canali possono essere i tubuli retti, il dotto epididimario, il dotto deferente e il dotto eiaculatore. Questo tipo di ostruzione si verifica nel 7% dei pazienti infertili.

Fra le varie ragioni che possono portare all’infertilità maschile, troviamo:

  • le infezioni sessualmente trasmissibili come la sifilide,
  • il papillomavirus o la gonorrea,
  • lesioni o torsioni che possono interessare uno o entrambi i testicoli,
  • la disfunzione erettile, che rappresenta il 5% delle diagnosi di infertilità.

Altri fattori di rischio possono essere l’esposizione a pericoli ambientali come:

  • le radiazioni elettromagnetiche,
  • i pesticidi,
  • i solventi
  • le vernici,
  • alcuni farmaci come quelli utilizzati per la terapia del cancro.

Inoltre, possono essere presenti:

  • l’ingrossamento della prostata,
  • l’infiammazione alla prostata,
  • l’ascesso prostatico
  • le ostruzioni delle vie seminali.
Foto | Pornpak Khunatorn @Canva – importpharma.it

 

Cosa contribuisce al rischio?

Vari elementi influenzano la fertilità negli uomini, legati principalmente ai comportamenti quotidiani.

Prima di tutto, il consumo di tabacco e di cannabis, che diminuisce sia il numero che la mobilità degli spermatozoi, danneggiando inoltre il loro DNA.

Tra le altre cause di pericolo si evidenziano:

  • una vita sedentaria,
  • l’eccesso di peso o l’obesità,
  • l’uso di alcol o droghe
  • una dieta non equilibrata.

Come si effettua la diagnosi?

In caso di presunta infertilità, l’andrologo, l’esperto a cui fare riferimento, durante il primo appuntamento, effettua un’anamnesi. Questo step ha lo scopo di scoprire se il paziente potrebbe aver avuto problemi come:

  • criptorchidismo,
  • traumi genitali
  • una parotite che può aver causato un’orchite.

Successivamente all’anamnesi, che prende in considerazione anche le abitudini di vita del paziente, si procede con un esame fisico. Questo ha l’obiettivo di identificare se il paziente potrebbe soffrire di varicocele, si esaminano gli epididimi, i condotti che collegano i dotti efferenti dei testicoli ai dotti deferenti. L’andrologo procede inoltre con la valutazione della prostata, delle vescicole seminali e dell’inizio del pene.

Quali sono gli esami diagnostici consigliati?

Gli esami tipicamente consigliati includono:

  • lo spermiogramma, un’analisi che analizza la morfologia, la motilità e la quantità di spermatozoi nel fluido seminale;
  • l’urinocoltura;
  • la spermiocoltura;
  • il profilo ormonale che consente il dosaggio di prolattina, gonadotropine, TSH e testosterone;
  • l’ecografia scrotale insieme alla risonanza doppler dei funicoli spermatici, per la ricerca di possibili malformazioni testicolari o varicocele;
  • l’ecografia prostatica transrettale per la rilevazione di possibile agenesia, cioè l’assenza di sviluppo delle vescicole seminali e dei vasi deferenti.

E’ possibile superare l’infertilità maschile attraverso varie terapie e tecniche mediche?

Un primo approccio terapeutico implica l’utilizzo di gonadotropine, ormoni prodotti dalla ghiandola adenoipofisaria, che sono essenziali per il controllo delle funzioni riproduttive dei genitali maschili e femminili. I

l periodo di trattamento può variare tra i 3 e i 6 mesi e lo scopo principale è migliorare le condizioni per la spermatogenesi, con l’ulteriore obiettivo di migliorare la qualità dello sperma.

Inoltre, esistono diverse tecniche di procreazione assistita come:

  • la fecondazione in vitro, FIVET, un processo in cui le ovaie sono sollecitate per rilasciare gli ovuli, che vengono successivamente recuperati e fecondati. Dopo lo sviluppo dell’embrione, avviene l’impianto all’interno dell’utero;
  • l’inseminazione intrauterina, in cui gli spermatozoi più attivi, selezionati in precedenza, sono immessi all’interno dell’utero;
  • l’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi, un procedimento che prevede l’inserimento di un singolo spermatozoo all’interno di ogni ovulo e infine il gift, o trasferimento intratubarico di gameti, un processo che implica il posizionamento degli ovuli e degli spermatozoi all’interno dell’estremità delle tube di Falloppio.

È possibile prevenire l’infertilità nei maschi?

Secondo le raccomandazioni della Società di Andrologia e Medicina della Sessualità, sì. Queste pratiche includono:

  • l’astensione dall’abuso di alcol e tabacco,
  • l’evitare le droghe,
  • lo smettere di fumare, se si è fumatori,
  • importante mantenere una corretta alimentazione,
  • monitorare il proprio peso corporeo,
  • evitare i rapporti sessuali casuali,
  • utilizzare sempre il preservativo,
  • evitare vestiti molto stretti,
  • prestare attenzione alla propria igiene personale.

Raccomandano, inoltre, un primo check-up andrologico all’età di 18 anni.

Dalma Bonaiti

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