Conosciamo i sintomi dell’influenza aviaria, le sue caratteristiche e l’impatto che la malattia può avere sugli animali e sugli uomini.
L’influenza aviaria è una di quelle malattia con cui, in qualche modo, abbiamo imparato a convivere. O meglio, ci siamo abituati a sentirne ciclicamente parlare alla televisione o sui giornali. Non tutti, però, la conoscono e sanno quali sono i suoi sintomi e l’effetto che può avere su animali e uomini.
Il virus non sembra volersi arrestare. Prima, nel 2022, si è assistito a un prolungamento dell’epidemia iniziata nell’autunno del 2021 con il coinvolgimento di colonie di uccelli selvatici marini appartenenti all’ordine dei suliformi nonché varie specie di uccelli acquatici. Nuovi casi di Influenza aviaria ad alta patogenicità sono stati confermati in tutta Europa anche nel periodo compreso da dicembre 2022 a marzo 2023 per un totale di 522 casi nei domestici e 1138 casi nei selvatici. E ancora, a causa dell’elevata circolazione virale nel selvatico da settembre 2022 ad aprile 2023 in Italia sono stati confermati quaranta focolai di Influenza aviaria ad alta patogenicità nei domestici che in parte hanno riguardato allevamenti rurali di piccole dimensioni. Questo per capire come si tratti di un tema ancora attuale e da tenere sempre monitorato.
I focolai di cui abbiamo parlato, hanno effetti devastanti sugli animali. Si tratta di una malattia virale che colpisce prevalentemente gli uccelli selvatici, che fungono da serbatoio e possono eliminare il virus attraverso le feci. Solitamente tali uccelli non si ammalano, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici come polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile. La mortalità è molto alta e, quando un allevamento viene colpito, sono migliaia i capi che vengono abbattuti a causa dell’aviaria.
E per l’uomo? Il ministero della Salute spiega che “i virus responsabili di focolai nel pollame in Italia si sono dimostrati sempre poco pericolosi per l’uomo. Le rarissime infezioni segnalate sono state asintomatiche o hanno provocato delle congiuntiviti guarite spontaneamente“.
Se è vero che in Italia non sono mai stati segnalati casi gravi, lo stesso non si può dire per il resto del mondo. I sintomi, evidenziati dal ministero, vanno da una lieve infezione delle vie respiratorie superiori (febbre e tosse) a una rapida progressione fino a polmonite grave, sindrome da distress respiratorio acuto, shock e persino la morte. Sintomi gastrointestinali quali nausea, vomito e diarrea sono stati riportati più frequentemente nell’infezione da A(H5N1). Anche la congiuntivite è stata riportata in alcuni casi. Si tratta, comunque, di sintomi generali, che variano in base al ceppo del virus che colpisce il paziente.
Conosciuti i sintomi, è bene conoscere anche i metodi di trasmissione della malattia. “In termini di trasmissione, sono state segnalate sporadicamente infezioni umane con virus dell’influenza aviaria e altri virus zoonotici, sebbene rari – evidenzia il ministero – Il principale fattore di rischio per l’uomo è l’esposizione in ambienti contaminati con alta carica virale e a stretto contatto con gli animali infetti, siano essi vivi o morti. Sono quindi situazioni a rischio i mercati di uccelli vivi, diverse fasi della lavorazione del pollame, come la macellazione, la spiumatura, la manipolazione delle carcasse“. Allo stesso modo, non esistono elementi che facciano pensare che si possibile la trasmissione all’uomo tramite carni di pollame o uova adeguatamente preparati e trattati termicamente attraverso la cottura.
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