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Salute

Lavorare a maglia per calmare l’ansia, cosa c’entra l’uncinetto con la meditazione?

Alcuni studi neuro scientifici hanno confermato il forte potere anti-stress dell’uncinetto: ma davvero sferruzzare allontana l’ansia?

In quanti di noi hanno impressa nella memoria l’immagine di nonne o zie, sedute magari sul divano o su una sedia vicina al camino, intente a sferruzzare in una serafica tranquillità? Molto spesso, siamo soliti liquidare l’uncinetto come un’abitudine obsoleta, a tratti noiosa, molto lontana dagli hobby pratici e smart della nostra contemporaneità. Eppure, molto probabilmente, quella calma che circondava le donne d’altri tempi era proprio frutto di quell’incessante impegno all’uncinetto.

Gli aneddoti sul potere antistress del lavoro a maglia sono infatti diversi, e molte esperienze, anche in contesti sanitari, confermano la sua efficacia a scopo terapeutico. In particolare, di recente, uno studio italiano per la prima volta ha dimostrato scientificamente che lavorare a maglia e all’uncinetto ha benefici per il cervello, persino nei pazienti affetti da tumore. Per questo, da oggi, non si potrà più liquidare il rilassante potere dei “ferri” come una credenza della tradizione popolare, dal momento che ora si tratta di una verità scientifica. Sicuramente, si tratta di una notizia che accredita ancora di più la missione di GomitoloRosa, un’associazione impegnata nella promozione della “lana-terapia” in quasi 30 ospedali italiani. Infatti, la Onlus promuove da anni la teoria secondo cui l’attività di lavorare a maglia blocca i pensieri intrusivi, aumentando il livello di attenzione e, nel caso delle pazienti oncologiche, ne aumenta la concentrazione.

Quindi, davvero lavorare a maglia può calmare l’ansia?  Analizziamo nel dettaglio lo studio secondo cui l’uncinetto sarebbe una nuova frontiera della meditazione.

Lavorare all’uncinetto come meditazione: lo studio

La nozione terapeutica secondo cui lavorare a maglia aiuterebbe a sedare l’ansia deriva dai risultati di una ricerca commissionata da GomitoloRosa alla Fondazione Ircss Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, pre-pubblicati sulla rivista medRxiv, i quali forniscono un approfondimento scientifico sui benefici del lavoro ai “ferri”.

La ricerca, che utilizza la Magneto-Encefalo-Grafia (MEG) per analizzare l’attività magnetica ed elettrica della corteccia cerebrale, ha coinvolto volontari esperti di knitting, vale a dire dell’arte di lavorare a maglia. I dati elaborati dallo studio hanno rilevato un notevole aumento di attenzione e concentrazione nei soggetti dopo una sessione di lavoro a maglia di 20 minuti.

Lavorare all’uncinetto come meditazione | @gomitolorosa.org

 

Il patient empowerment dell’uncinetto

Secondo Davide Rossi Sebastiano, responsabile della SC di Neurofisiopatologia dell’Istituto Besta di Milano, lavorare all’uncinetto non solo distrae dalle preoccupazioni quotidiane, ma aiuta anche a percepire meno il dolore, agevolando i processi di socializzazione e contribuendo al miglioramento dell’autostima. In particolare, gli effetti benefici non si esauriscono al termine della sessione di knitting; al contrario, perdurano anche dopo, mantenendo alti i livelli di attenzione per altri 15-20 minuti. Questo fenomeno rende l’uncinetto un’occupazione potenzialmente utile in attesa di visite mediche, fornendo un prezioso strumento di “patient empowerment”.

Nello specifico, il “patient empowerment”, altrimenti noto come “potenziamento mentale del paziente”, è un concetto chiave in psico-oncologia, che si riferisce alla capacità del paziente di comprendere appieno la propria malattia, gli effetti sul suo corpo e le misure da adottare per il recupero. Attraverso una comunicazione più efficace con medici e operatori sanitari, il paziente diventa più attivamente coinvolto nel proprio percorso di cura. Questo non solo aumenta la soddisfazione del paziente, ma ha anche impatti positivi sulla qualità di vita e sul processo di guarigione complessivo. In tal senso, l’approccio unico del lavoro a maglia, combinando creatività e concentrazione, sembra emergere come una forma di “terapia” complementare che va al di là della saggezza popolare, trovando conferme anche su basi scientifiche.

GomitoloRosa e la valorizzazione della lana-terapia

Come più volte sottolineato, il progetto di lana-terapia si basa sull’ipotesi che il lavoro a maglia, influenzando l’attenzione in modo simile alla meditazione, nota per migliorare la salute mentale e il benessere personale, possa avere un impatto misurabile sulla connettività funzionale corticale, verificabile tramite EEG. L’obiettivo è sempre stato quello di determinare se esistesse o meno un effetto positivo derivante dai processi di “brain training” manuali, come il lavoro a maglia appunto, che potrebbe contribuire allo sviluppo di protocolli dedicati alla riabilitazione cognitiva in alcune patologie del sistema nervoso.

Anche in passato, diversi autori hanno sottolineato il potenziale del lavoro a maglia nel promuovere il benessere attraverso la ripetitività che crea uno spazio per la contemplazione e induce uno stato di calma. In particolare, Katz-Frieberg ha evidenziato le potenzialità meditative e terapeutiche dell’uncinetto, citando anche Albert Einstein, che si dedicava a questa attività per calmare la mente e chiarire le idee tra un progetto e l’altro. Questa attività è stata percepita come un mezzo di liberazione dallo stress quotidiano e una strategia efficace nel fronteggiare ansia, dolore e depressione.

La frequenza del tempo dedicato al lavoro a maglia è stata associata a sentimenti di felicità e miglioramento dell’umore. In particolare, si sono riscontrati miglioramenti nella chiarezza di giudizio, nella concentrazione, nella capacità di risolvere problemi e nella memoria. Tradizioni che coinvolgono periodi prolungati di meditazione, come la concentrazione durante il lavoro a maglia, sembrano favorire la ristrutturazione cognitiva, la riduzione del rimuginio e le modificazioni cerebrali a lungo termine.

Le iniziative di GomitoloRosa | @gomitolorosa.org

La missione di GomitoloRosa

GomitoloRosa è una onlus impegnata nella promozione del benessere psico-fisico, recuperando lana italiana in eccedenza, precedentemente destinata alla combustione, con l’obiettivo di preservare l’ambiente e tutelare le razze autoctone ovine. Ogni gomitolo viene poi distinto in 15 vivaci colori, ognuno associato a specifiche patologie, dal momento che l’obiettivo principale dell’associazione è quello di promuovere il lavoro a maglia come strumento terapeutico negli ospedali.

Per questo motivo, attraverso eventi e collaborazioni con enti e associazioni di tutta Italia, da anni GomitoloRosa si impegna a introdurre la lana-terapia negli ambienti ospedalieri, in strutture sanitarie e ovunque ci siano pazienti sottoposti a tensioni emotive legate a terapie mediche. In diverse realtà ospedaliere italiane, da Nord a Sud, l’associazione ha avviato con grande successo esperienze di knitting therapy.

GomitoloRosa promuove attivamente questa pratica terapeutica per tutti, indipendentemente dall’età, dal genere o dalle condizioni di salute, consapevole dei suoi molteplici vantaggi. Oltre a essere un hobby molto diffuso, l’attività di lavorare a maglia o all’uncinetto si rivela originale e terapeutica. Le sue proprietà benefiche comprendono il riscaldamento delle mani per ridurre i dolori da artrite e il contributo al rilassamento e al benessere psicofisico attraverso l’aumento delle endorfine. Questo passatempo migliora l’umore, favorisce la socializzazione, stimola la creatività e la pazienza, aumentando simultaneamente l’autostima attraverso il raggiungimento di obiettivi tangibili. Infatti, l’attenzione richiesta durante il lavoro a maglia o all’uncinetto interrompe il flusso dei pensieri, inducendo uno stato di rilassamento mentale e fisico. Coinvolgendo entrambi gli emisferi cerebrali, questa attività diventa una forma di concentrazione simile alla meditazione, contribuendo a trasmettere una sensazione di pace e benessere complessivo.

fede Cirone

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