Nuovi limiti alla presenza di nitriti e nitrati negli alimenti. Li ha imposti l’Europa: in concentrazioni eccessive sono ritenuti cancerogeni per l’uomo.
L’Europa ha deciso di intervenire imponendo nuovi limiti, più stringenti, alla presenza di nitriti e nitrati all’interno del cibo. Lo ha deciso direttamente la Commissione Europea, adottando un nuovo regolamento sugli additivi alimentari nitriti (E249-250) e nitrati (E251-252). Si tratta di un’azione che si inserisce nel piano europeo contro il cancro (Beating Cancer Plan) e si basa sulla valutazione scientifica fornita dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).
L’obiettivo complessivo dell’operazione è ridurre del 20% la presenza di questi additivi alimentari nel cibo. Nello specifico, il nuovo regolamento prende in considerazione i nitrati indicati con la sigla E251 ed E252 e i nitriti E249 ed E250. Si tratta, per molti, di sigle poco note, ma allo stesso tempo tra gli additivi più utilizzati nella preparazione di una grande quantità di alimenti. Stiamo parlando di carni in scatola, salumi, cibi a base di pesce e anche in prodotti caseari. Perché vengono utilizzati? La loro dote più importante è un’altissima capacità antibatterica. Elimando i batteri contribuiscono, allo stesso tempo, a preservare più a lungo gusto e colore dei prodotti. Aspetti non di certo secondari quando si parla di cibo nella grande distribuzione e in generale.
Quali sono, quindi, i cambiamenti? I valori fissati per i formaggi in cui è consentito l’uso di nitrati, per esempio, le quantità massime permesse scenderanno da 150 mg/kg a 75 mg/kg. In pratica, la metà. Per i derivati della carne sono previsti limiti diversi per differenti tipologie di prodotti. In generale, per i prodotti cotti (come il prosciutto cotto) le quantità massime di nitriti ammesse scendono da 100 a 55 mg/kg, se sterilizzati, e da 150 a 80 mg/kg, se non sterilizzati. Per i prodotti a base di carne crudi, invece, le quantità massime consentite di nitriti passano da 150 a 80 mg/kg, mentre quelle di nitrati scendono da 150 a 90 mg/kg (110 per alcuni casi particolari).
L’ingresso dei nuovi limiti non sarà comunque immediato. I produttori avranno, in generale, tempo due anni per smaltire le scorte dei prodotti preparati con le precedenti concentrazioni e per immettere sul mercato i nuovi prodotti. Sono, poi, previste alcune eccezioni per specifiche categorie. Per esempio, i produttori di formaggi stagionato avranno tre anni per mettersi in regola.
L’ultima domanda da porsi è, quindi, perché questo drastico taglio? La spiegazione è abbastanza semplice. Se assunti in concentrazioni alte, nitriti e nitrati possono essere cancerogeni per l’uomo. “I nostri cittadini si aspettano la tranquillità che deriva dal cibo sicuro da mangiare, questa è sempre stata una pietra angolare del mio mandato – ha sottolineato Stella Kyriakides, responsabile Ue per la Salute e la sicurezza alimentare -. Oggi, fissando nuovi limiti per gli additivi nitriti e nitrati negli alimenti, stiamo facendo un altro passo in questa direzione e realizzando un’altra importante azione nell’ambito del Piano europeo per la lotta contro il cancro. Invito ora l’industria alimentare ad attuare rapidamente queste regole basate sulla scienza e, ove possibile, a ridurle ulteriormente per proteggere la salute dei cittadini“.
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