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Salute

Malattia X, le caratteristiche della futura pandemia ipotizzata dall’OMS

Gli scienziati britannici hanno iniziato a sviluppare un vaccino per far fronte a quella che si prefigura come la nuova pandemia post coronavirus

Non ci siamo ancora tolti del tutto la paura e le idiosincrasie della pandemia di coronavirus, che – forse – dobbiamo già prepararci ad affrontare una nuova sfida sanitaria su scala globale. Infatti, secondo un recente rapporto divulgato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una nuova malattia, nota coma “Malattia X”, più pericolosa e di maggiore incidenza mortale rispetti alle precedenti, potrebbe sconvolgere il mondo. Sebbene non si sappia ancora molto sulle sue cause.

Per il momento, gli scienziati e gli esperti di malattie infettive hanno stilato un elenco dei virus di origine animale potenzialmente pericolosi che possono infettare l’uomo e che in futuro potrebbero diffondersi rapidamente in tutto il mondo. ignorandone però le cause di propagazione. Da qui, il nome di “Malattia X”, un termine coniato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2018 per indicare qualsiasi patologia poco conosciuta. Ora però, dopo i terribili anni trascorsi nel tentativo di arginare il dilagare del Coronavirus, tutti sono concordi di quanto sia poco lungimirante ignorare una minaccia virale appena emersa, anche solo potenziale, per evitare che si aggravi come ha fatto il COVID-19.

Infatti, mai quanto prima, la preparazione e la prevenzione assumono un ruolo chiave, sia per quanto riguarda i finanziamenti per la ricerca sia per quanto riguarda le indicazioni degli esperti.

Cos’è la Malattia X?

Ma da dove nasce l’idea che nel mondo si starebbe scatenando una nuova “Malattia X”? Bisogna sapere che nei laboratori della Health Security Agency del Regno Unito, siti in una località di alta sicurezza di Porton Down, nel Wiltshire, un team di circa 200 scienziati è al lavoro ogni giorno per analizzare le varie tipologie di malattie virali che possono risultare nocive per l’uomo. E proprio a questo gruppo di esperti si deve la scoperta della “Malattia X”.

Per il momento, il team di scienziati ha ammesso di non avere ancora chiarito se la malattia in questione sia un virus, un batterio, un fungo o qualcos’altro. Ma, proprio perché non conoscono con precisione la matrice di questa nuova minaccia per la salute, sono allarmati dalla possibile mancanza di qualsiasi cura o vaccino. “Questa non è roba da fantascienza”, ha riferito in un’intervista al Telegraph il dottor Richard Hatchett, della Coalition for Epidemic Preparedness Innovations: “Questo è uno scenario al quale dobbiamo prepararci. Questa è la Malattia X”.

Insomma, si tratta potenzialmente di un virus ancora sconosciuto, ma esiste e gli scienziati stimano possa avere il potenziale per diffondersi dalla popolazione animale agli esseri umani. Si immagina infatti che la malattia sia in grado di mutare per adattarsi ad attaccare nuovi organismi, per poi propagarsi quindi su scala mondiale quindi iniziare a diffondersi. E, come si teme, diventare letale, prima che noi riusciamo a contenerlo.

Come se la minaccia non fosse già preoccupante, alcuni ricercatori non escludono la possibilità che la Malattia X sia in realtà frutto di un virus prodotto dall’uomo, vale a dire un nuovo strumento di bioterrorismo. Infatti, secondo uno studio pubblicato nel 2021 sulla rivista Infection, “il rilascio di tali agenti patogeni, attraverso incidenti di laboratorio o come atto di bioterrorismo, potrebbe portare anche a una disastrosa Malattia X ed è stato considerato un rischio catastrofico globale”.

Uomini e virus: rischio epidemie | @pixaby

Dal canto loro, gli scienziati e gli esperti di tutto il mondo sono già al lavoro per cercare di isolare e contenere la portata del nuovo virus. In particolare, la professoressa Dame Jenny Harries, a capo dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ha dichiarato ai giornalisti: “Quello che stiamo cercando di fare qui è garantire che ci prepariamo in modo che se abbiamo una nuova Malattia X, un nuovo agente patogeno, aver svolto quanto più lavoro possibile in anticipo. […] Speriamo di poter prevenire [una pandemia, ndr]. Ma se non possiamo e dobbiamo rispondere, allora abbiamo già iniziato a sviluppare vaccini e terapie per risolverlo”. In tal senso diventano indispensabili gli aiuti, finanziari e di ricerca, dei vari Stati del Mondo, che devono essere compatti di fronte al rischio di una nuova pandemia. Gli scienziati nel campo ritengono che per evitare che la Malattia X venga inizialmente sottovalutata come il coronavirus è fondamentale stilare un trattato sovra governativo. Infatti, solo in questo modo sarebbe possibile attivare un piano di finanziamenti per mettere insieme una sorta di “fondo pandemico” di denaro reale cui attingere prima nuove situazioni di emergenza si verifichino. Inoltre, tutti gli Stati dovrebbero già essere concordi sulle modalità di condivisione delle scoperte in materia e le relative profilassi da seguire

Si tratta di un importante vademecum sanitario reso necessario da quanto avvenuto durante la pandemia di COVID-19, quando la struttura per la condivisione dei vaccini COVAX ha dovuto essere creata “al volo”, senza strutture e senza finanziamenti in atto. Ora, con il rischio di una nuova Malattia X all’orizzonte, un accordo globale e un fondo pandemico già avviato permetterebbero agli Stati di reagire molto più rapidamente, evitando morti inutili.

Le linee di prevenzione attivate dagli esperti

In merito alla potenziale Malattia X che potrebbe diffondersi in futuro, gli esperti sono convinti che bisogna necessariamente agire e sviluppare una cura ancora prima che il nuovo virus emerga. Per lo meno questo è quanto auspicato da Kate Kelland, capo scrittore scientifico presso la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) e autrice del libro Disease X – The 100 Days Mission To End Pandemics.

La CEPI è un’organizzazione senza scopo di lucro che finanzia la ricerca e lo sviluppo di vaccini contro malattie che potrebbero potenzialmente sfociare in epidemie o – ancora peggio – in pandemie. Durante il dilagare del coronavirus, attraverso un finanziamento portato avanti dai membri fondatori, la CEPI è riuscita a finanziare gli studi che hanno condotto alla sintetizzazione di tre vaccini anti-COVID-19, tra cui AstraZeneca e Moderna. Ad oggi, i ricercatori di questa organizzazione sono al lavoro diverse malattie che potrebbero sfociare nella prossima Malattia X, diffondendosi ovunque.

Rischio nuova pandemia? Il caso della malattia X | @pixaby

Per quanto riguarda, Kelland ha reso noto che la ricerca e lo sviluppo di vaccini per alcuni nuclei virali già noti tali da potere attaccare anche gli esseri umani potrebbe essere un grande vantaggio nella prevenzione della futura Malattia X. Infatti, dal momento che si tratterebbe di circa 25 gruppi di famiglie virali, Kendall ha rimarcato che, dato il range limitato di virus su cui agire, il lavoro dei ricercatori risulta fattibile e, in linea di massima, efficace. Solo se, però, tutto il mondo unirà le forze per combattere il rischio di una nuova pandemia. A tal proposito, la CEPI promuove da tempo la fondazione di una “biblioteca globale di vaccini”, denominata One World Vaccine Library. Infatti, lo scopo di un simile database condiviso è di acquisire conoscenze sui potenziali virus candidati a evolversi nella futura Malattia X, al fine di intraprendere un lavoro scientifico preparatorio e rendere disponibili a tutti le informazioni risultanti quando emerge un nuovo virus.

“L’idea è che il mondo dovrebbe dividersi quel lavoro. Non è qualcosa che può essere fatto da un’istituzione o da un gruppo scientifico” ha spiegato Kelland. “Quando tutti questi compiti saranno stati completati, probabilmente saremo qualche passo avanti rispetto a qualsiasi nuovo virus prima che emerga. E se riusciamo a raggiungere questo obiettivo in tutte quelle famiglie, allora saremo quasi pronti per tutto ciò che queste famiglie virali possono lanciarci contro”.

fede Cirone

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