Si tratta di un insieme di patologie che colpiscono l’individuo, caratterizzate da un lungo decorso e da un’assistenza a lungo termine: ecco come gestirle
Forse non tutti sanno che le malattie croniche rapresentano ad oggi la principale causa di morte in quasi tutto il mondo. Nello specifico, con il termine si indica un vasto gruppo di malattie, tra cui sono comprese le cardiopatie, l’ictus, il cancro, il diabete e le malattie respiratorie croniche. Inoltre, sono anche riconosciute nello spettro delle malattie croniche le malattie mentali, i disturbi muscolo-scheletrici e dell’apparato gastrointestinale, i difetti della vista e dell’udito, le malattie genetiche.
Purtroppo, generalmente si tratta di malattie che si sviluppano in età giovanile, sebbene richiedano anche diversi anni prima di manifestarsi clinicamente e di permettere quindi una diagnosi precisa. In quanto patologie croniche, si tratta di malattie caratterizzate da un lungo decorso, tale da richiedere un’assistenza sanitaria a lungo termine, con la possibilità di accedere a esenzioni e servizi dedicate. Fortunatamente, negli ultimi anni il Ministero della Salute ha avviato un’importante campagna di prevenzione e di sostegno nei pazienti affetti da una malattia cronica.
Bisogna ricordare che le malattie croniche sono come patologie non trasmissibili,. Infatti, si tratta di malattie tramite cui non è possibile infettare un soggetto esterno, come può capitare, ad differentemente da quanto accade con altre patologie di natura virale o batterica, come l’influenza, il raffreddore, la COVID-19, le malattie sessualmente trasmissibili come l’AIDS.
Come si diceva in apertura di articolo, il termine malattie croniche definisce una serie di condizioni patologiche che si abbattono sull’individuo e che sono caratterizzate da un lungo decorso e dal conseguente bisogno di un’assistenza a lungo termine.
In sostanza, si tratta di specifici problemi di salute che richiedono un trattamento continuo durante un periodo di tempo variabile, da pochi anni a interi decenni.
Secondo analisi mediche condivise, le cause delle principali malattie croniche si riscontrano in fattori di rischio comuni e correggibili, come per esempio un’alimentazione poco sana, il consumo di tabacco, l’abuso di alcol, ma anche la mancanza di attività fisica. Infatti, simili condizioni di base possono evolvere in fattori di rischio intermedi, vare a dire l’ipertensione, i valori glicemici elevati, l’eccesso di colesterolo e l’obesità. Inoltre, a tali situazioni contingenti, si vanno ad aggiungere fattori non modificabili, in primis l’età anagrafica o la predisposizione genetica del soggetto a determinate patologie.
Nello specifico, tutta questa molteplicità di fattori di rischio, dai più ai meno gravi, sono concausali della maggior parte dei decessi per malattie croniche in tutto il mondo.
Ma la preoccupazione legata alle malattie croniche non è associata solo all’incidenza dei casi o alla mortalità delle patologie diagnosticate. Infatti, molto spesso la gravità dei quadri diagnostici di tal tipo è imputabile a una carente organizzazione e un insufficiente ricorso ai programmi di screening organizzato. Non a caso, la partecipazione a campagne di prevenzione e sensibilizzazione sul tema è considerata un fattore protettivo per la mortalità e morbilità dovuta alle malattie croniche.
Infatti, dal momento che, nel caso di malattie croniche, parlare di totale guarigione può risultare improprio, gli obbiettivi di trattamento dei pazienti affetti da tali patologie, sono rivolti in prima istanza al miglioramento del quadro clinico e dello stato funzionale, alla minimizzazione della sintomatologia, alla prevenzione della disabilità e al miglioramento generale della qualità di vita. Ovviamente, per raggiungere un trattamento soddisfacente, è indispensabile che il sistema sanitario promuova una corretta gestione del malato e definisca nuovi percorsi assistenziali che siano in grado di prendere in carico il paziente nel lungo termine. Infatti, l’obbiettivo principale dei medici rimane quello di prevenire e contenere l’eventuale disabilità provocata dalla malattia cronica, garantendo la continuità assistenziale e l’integrazione degli interventi sociosanitari.
Ad oggi, lo spettro delle malattie croniche comprende un vasto numero di patologie, più o meno invalidanti, ognuna delle quali necessita di un trattamento specifico a seconda delle criticità. Ecco un sommario elenco delle malattie croniche riconosciute dal Ministero della Salute italiano:
Fortunatamente, in Italia per la maggior parte delle malattie vengono riconosciute specifiche prestazioni fruibili in esenzione ticket, e come tali, secondo il comunicato presente sul sito governativo “incluse nel nomenclatore della specialistica ambulatoriale, che rispondono ai criteri di appropriatezza ai fini del monitoraggio dell’evoluzione della malattia e delle sue complicanze e di efficacia per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti”.
Dal momento che non è purtroppo possibile evitare l’insorgere di determinate patologie, per sventare la minaccia delle malattie croniche si ritiene indispensabile la prevenzione unita alla scelta di uno stile di vita sano. Infatti, semplici accorgimenti quotidiani possono concorre a ridurre in modo significativo il rischio di sviluppare tali malattie croniche. Pertanto, è corretto e consigliabile in tal senso adottare preso abitudini salutari, evitando in particolare il fumo, ma soprattutto seguire un corretto regime alimentare, limitare il consumo di alcol e svolgere attività fisica regolare.
Per quanto riguarda la situazione preventiva e assistenziale italiana, il Ministero della Salute, seguendo le linee riportate in un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha riconosciuto le malattie croniche come “problemi di salute che richiedono un trattamento continuo durante un periodo di tempo da anni a decadi”. Tuttavia, il quadro odierno dell’assistenzialismo sanitario nazionale si concentra maggiormente sul trattamento delle malattie acute, per cui è necessario un intervento rapido e puntuale. D’altro canto, le patologie croniche hanno bisogno di un modello di assistenza focalizzato sul territorio, per evitare non solo che le persone si ammalino, ma anche che i soggetti già malati incorrano in ricadute o aggravamenti.
Per questo motivo, il Piano Nazionale di Prevenzione 2020-2025, adottato il 6 agosto 2020 con Intesa in Conferenza Stato-Regioni, promuove un approccio combinato e integrato tra strategie di comunità (orientate alla promozione della salute), e strategie basate sull’individuo (consulti individuali), con interventi mirati a seconda dei fattori di rischio propri della persona e della sua disponibilità al cambiamento.
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