Anche dopo aver mangiato fino a scoppiare la voglia di dolce non passa mai, ma per quale motivo? Ecco la spiegazione scientifica
Vi è mai capitato, dopo un pranzo abbondante o una cena di compleanno, di sentirvi talmente sazi da avere la sensazione di scoppiare, ma, al momento del dolce, avere ancora uno spazio nello stomaco? Se la risposta è sì non vi preoccupate, non siete i solo a vivere esperienze di questo tipo e, soprattutto, non avete niente che non va. Infatti, secondo la scienza, la spiegazione dietro a tutto questo è da ricercare nella sazietà sensoriale regolata dal subconscio, un’abilità che il nostro cervello ha acquisito con l’evoluzione. Vediamo di cosa si tratta.
Il motivo per il quale si ha sempre spazio nello stomaco per il dolce
Nessuno riesce a resistere al dolce, anche dopo i cenoni di Natale che, come tutti sappiamo, consistono in pesantissime portate di ogni tipo, o una festa di compleanno al ristorante con due antipasti, due primi e un secondo che riescono sempre a mettere tutti KO. Nonostante possa sembrare un problema senza interesse e, a volte, una cosa su cui scherzare, per gli scienziati questo fenomeno ha rappresentato un vero e proprio rebus per anni, con molti di loro che hanno proposto teorie più o meno attendibili.
Tra tutte queste ne troviamo sicuramente affascinante e molto attendibile: la teoria della sazietà sensoriale specifica. Vediamo le sue caratteristiche.
Secondo l’idea di alcuni studiosi di Scienze della Nutrizione all’università dello stato della Pennsylvania, il motivo per cui si sente di avere ancora spazio nella pancia per il dolce è che quello spazio ci sia davvero, e che la sensazione di sazietà che si prova fino al momento in cui il dolce non viene servito sia dovuta a una tecnica che il nostro cervello ha sviluppato tramite migliaia di anni di evoluzione.
Questa capacità del nostro cervello è stata teorizzata nel lontano 1956 da un neurofisiologo francese: Jacques Le Magnen, ed è poi stata confermata e spiegata in modo esaustivo nel 1981, grazie a un esperimento dalla ricercatrice e autrice britannica Barbara Rolls. Secondo il neurofisiologo la sensazione di sazietà sarebbe solamente un “limite selettivo” che il nostro cervello utilizza per invogliarci a variare il tipo di cibo che si sta consumando e a non mangiare troppe quantità di alimenti simili.
L’esperimento della Rolls è stato effettuato coinvolgendo un gruppo di volontari, i quali sono stati invitati a valutare l’appetibilità di otto cibi diversi assaggiandone porzioni variabili in tempi diversi. Il primo cibo, consumato in abbondanza a pranzo, è risultato il più gradito. Successivamente, sono stati somministrati gli altri cibi, e successivamente è stato richiesto un giudizio su ciascuno.
Dopo una pausa, i volontari hanno dovuto assaggiare nuovamente gli otto alimenti poco tempo dopo il pasto e sono stati invitati una seconda volta a esprimere un giudizio. Già durante questa fase, è emerso un calo del gradimento per il cibo consumato a pranzo rispetto agli altri sette, suggerendo che le persone possano mangiare abbondantemente un determinato cibo senza rinunciare ad altri se disponibili.
La diminuzione costante del piacere e della voglia per un cibo specifico, piuttosto che una sazietà generale dello stomaco, spesso influenza la decisione di smettere di consumare quel cibo. La possibilità di apprezzare un dolce dopo un pasto abbondante potrebbe derivare, quindi, dalla differenza radicale nelle caratteristiche gustative rispetto ai cibi consumati in precedenza.
Questa teoria è stata poi confermata anche tramite uno studio condotto successivamente, il quale, oltre ad avvalorare le tesi portate avanti dalla ricerca della dottoressa Rolls, ha anche identificato un altro elemento chiave: è stato osservato che, continuando il pasto composto da alimenti simili tra loro, il cibo non solo diventerebbe meno appetibile dal punto di vista del gusto, ma assumerebbe anche un aspetto e un odore meno attraenti. Questo fenomeno spinge spesso le persone a interrompere il consumo di cibo, ma conservano l’appetito per il dessert.
Questo meccanismo sottolinea, come confermato proprio dalla Rolls, anche la tendenza a consumare più cibo del normale di fronte a un buffet ricco di varietà diverse tra loro, poiché la diminuzione dell’appetibilità specifica di un cibo non influisce necessariamente su altri alimenti con caratteristiche gustative diverse.
Barbara Rolls, come ulteriore conferma di questo meccanismo, suggerisce che fornire ai bambini una vasta varietà di verdure, con diversi sapori e colori, può aumentare il loro interesse. La diversità alimentare stimola l’appetito dei bambini, poiché il loro cervello è più incline a rispondere positivamente a una gamma ampia di cibi. Rolls sottolinea che apprezzare la varietà di alimenti disponibili è essenziale per uno stile di vita sano e una dieta equilibrata. Questo approccio richiama la dieta mediterranea, che promuove la diversità alimentare sin dall’infanzia.