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Salute

Paura degli aghi? I vaccini saranno iniettati in maniera diversa, ecco come

Avete paura degli aghi e questo vi porta a evitarli in qualunque modo? Ecco perché vaccinarsi non sarà più un problema per voi

Si sa, gli aghi fanno paura a tutti, e anche chi dichiara di non soffrire di alcun timore a riguardo, molto spesso, sente comunque una certa ansia quando deve sottoporsi a un prelievo di sangue o a un vaccino. In questi casi, però, chi soffre di belonefobia (termine che sta a indicare proprio la paura verso gli aghi) può avere molti problemi, dato che i vaccini sono stati obbligatori durante la pandemia di Covid e vengono richiesti per visitare alcuni Paesi. Quale può essere la soluzione per chi ha questo tipo di paura? La risposta più ovvia è quella di armarsi di coraggio e affrontare gli aghi, ma la soluzione è in arrivo dalla scienza e sarà disponibile a partire dal prossimo futuro. Vediamo di cosa stiamo parlando.

Niente più paura durante le vaccinazioni, ecco come verranno sostituiti gli aghi

In base a uno studio condotto dall’Università del Michigan, circa il 16% degli adulti in vari Paesi del mondo ha deciso di non sottoporsi a una vaccinazione a causa dell’ansia legata all’uso dell’ago, mentre in Italia questa percentuale si attesta intorno al 10%. Questi dati fanno comprendere quanto sia importante trovare un’alternativa valida agli strumenti odierni di inoculazione dei vaccini.

Gli aghi, però, già a partire dai prossimi anni, potrebbero non essere più un problema per chi deve vaccinarsi. In questo senso, infatti, per la gioia di tutti coloro che soffrono di belonefobia, gli ultrasuoni rappresentano un grandissimo alleato, oltre che il futuro della scienza in questo campo. Questi, infatti, potrebbero spingere la sostanza, che di solito viene iniettata, all’interno del corpo senza alcuna puntura.

Immagine | Pixabay @youngvet – Importpharma.it

Questo progetto è stato sviluppato dalla dottoressa Darcy Dunn-Lawless presso l’Università di Oxford, in collaborazione con esperti del Laboratorio Bubbl per ultrasuoni, bioterapia e biofarmaceutica, ha introdotto un metodo rivoluzionario. Questa tecnologia all’avanguardia mira a ridurre i disagi post-vaccino e semplificare le intricate procedure di inoculazione.

Il team di ricerca, come prima cosa, ha miscelato le molecole del vaccino con altre minime strutture proteiche. Successivamente, gli scienziati hanno applicato questa combinazione sulla cute dei roditori, esponendola agli ultrasuoni tramite un ecografo per la durata di un minuto e mezzo. Il team ha osservato che gli ultrasuoni hanno spinto le molecole verso gli strati interni della pelle, dando origine a bolle microscopiche che esplodevano gradualmente, facilitando l’immersione profonda del vaccino. A differenza della tradizionale iniezione, che implica la somministrazione del farmaco attraverso la pelle con un ago e una siringa, l’approccio ad ultrasuoni spinge il vaccino verso gli strati più superficiali della pelle, assicurando comunque l’immunizzazione. Questo processo, noto come “cavitazione”, coinvolge la formazione e l’esplosione di bolle in risposta a onde sonore.

La maggiore produzione di anticorpi potrebbe derivare dalla presenza di un maggior numero di cellule del sistema immunitario nella pelle rispetto al tessuto muscolare, dove si localizza il vaccino in seguito all’iniezione. Tuttavia, gli studiosi stanno ancora approfondendo questa questione.

La dottoressa Dunn-Lawless, a capo del gruppo che ha svolto l’esperimento, alla rivista ScienceDaily ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è sfruttare le esplosioni di energia prodotte da queste bolle. Come prima cosa per liberare i passaggi attraverso lo strato esterno delle cellule morte della pelle e consentire il passaggio delle molecole del vaccino e come seconda cosa per agire come una pompa che spinge le molecole dei farmaci in questi passaggi e, infine, per aprire le membrane che circondano le cellule”.

Questo studio, il quale è stato introdotto alla conferenza scientifica Acoustic 2023, la quale si è tenuta a Sydney il 4 dicembre scorso, ha anche dimostrato che i topi che sono stati utilizzati come cavie non hanno mostrato alcun sintomo di dolore o fastidio durante tutto l’esperimento. Inoltre, sempre secondo quanto riportato, nessuna cavia ha riportato ferite a livello cutaneo.

Ovviamente questo tipo di tecnica ancora non è pronto per essere testato sugli esseri umani, dato che deve essere ancora testata la sua affidabilità e i possibili effetti indesiderati. Secondo la dottoressa Dunn-Lawless, infatti, c’è il pericolo che, se venisse utilizzata troppa energia, i tessuti umani potrebbero risentirne e venire danneggiati in modo grave.

Le microbolle che emergono sotto la superficie cutanea con questa tecnica, ad esempio, potrebbero rilasciare dosi eccessive della sostanza iniettata. Tuttavia, superando queste incertezze e possibili reazioni avverse, questo metodo si dimostra più efficace rispetto a un’ordinaria iniezione e potrebbe concorrere a contenere i costi dei vaccini, attualmente elevati a livello globale, come dimostrato ampiamente durante l’emergenza di Covid 19.

Visti i dati riportati sopra, questa nuova tecnica potrebbe aiutare notevolmente a portare più persone a vaccinarsi e, quindi, ad avere una maggiore copertura nei confronti di malattie ancora oggi pericolose. Proprio per questo motivo gli scienziati si stanno applicando per rendere questo metodo il più sicuro possibile per gli esseri umani e renderlo disponibile nel minor tempo possibile.

Federico Liberi

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