Al cervello fa bene fare sport, qualsiasi sia l’età. A dimostrarlo sono diversi studi che confermano come l’attività fisica porti importanti benefici alla memoria e non solo.
Lo sport fa bene, questo non è un mistero. Se pratica in maniera costante, seguendo i giusti accorgimenti, garantisce una vita sana a qualsiasi età. Lo sport, però, non fa bene soltanto al corpo, ma anche al cervello. A confermarlo sono numerosi studi e un cambio di paradigma. In precedenza gli scienziati pensavano che il cervello controllasse il corpo e, anche se il corpo ritrasmette i segnali delle sensazioni al cervello, si riteneva che quest’ultimo fosse isolato nonché l’unico responsabile dell’organismo. Ora, invece, questo punto di vista si è completamente ribaltato. Il cervello può ricevere segnali e c’è una costante interazione tra i sistemi. Nello specifico, per quanto riguarda l’attività fisica, le molecole formate dai muscoli in movimento possono, quindi, influenzare la struttura e la salute del cervello.
Il legame tra sport e cervello
Qual è quindi il legame tra il nostro cervello e l’attività sportiva? Gli spunti sono diversi e variano al variare dell’età. In generale, l’attività fisica aumenta la capacità del cervello di rigenerare i neuroni, calmare le infiammazioni e migliorare la comunicazione tra i neuroni. Poi, per ogni diverso momento della vita ci sono diverse reazioni. Nei bambini, per esempio, l’attività sportiva sembra avere effetti importanti sulle prestazioni cognitive. Negli anziani, invece, gli effetti sono incredibili. Lo sport aiuta a ridurre la probabilità di sviluppare l’Alzheimer. Non solo: il volume dell’ippocampo, una regione del cervello importante per l’apprendimento e la memoria, è più grande negli individui che praticano più attività aerobica rispetto ai coetanei sedentari. Gli studi evidenziano come tra i 60 e gli 80 anni chi pratica sport registra migliori risultati anche in esercizi di memoria spaziale.
“L’esercizio può alleviare i sintomi di ansia e depressione in modo piuttosto significativo – spiega Juli Fraga, psicologa di San Francisco, al National Geographic – I benefici sono tali che spesso gli psicoterapeuti prescrivono l’attività fisica ai pazienti, e alcuni offrono persino un tipo di terapia abbinata al movimento“. Lo stesso National Geographic ha anche approfondito il tema della consapevolezza. Insieme all’AARP ha realizzato uno studio condotto su 2.580 adulti di età superiore ai 18 anni. Ne è emerso che le persone di 60, 70 e 80 anni sanno già che un’attività fisica regolare è essenziale per rimanere mentalmente lucidi e indipendenti. Non a caso, nelle suddette fasce d’età hanno riferito di apprezzare maggiormente l’attività fisica rispetto ai partecipanti di 30, 40 e 50 anni.
Restano un mistero i motivi
In conclusione, è stato quindi dimostrato come l’attività fisica abbia effetti più che positivi sul cervello e sulle sue diverse aree di azione. Allo stesso tempo, però, non si è ancora riusciti a trovare una spiegazione sui meccanismi di base che portano a questi risultati. Gli scienziati da ormai più di venticinque anni stanno approfondendo la questione e sono emersi numerosi aspetti interessanti, anche se ancora non si è arrivati a conclusioni condivise. Resta, comunque, l’importanza di praticare regolarmente sport e la certezza dei suoi effetti positivi su memoria, ansia, depressione, disturbi dell’umore e molto altro.