Anche se non dovrebbe esserci più bisogno di specificarlo, partiamo dalla premessa fondamentale che andare dallo psicologo non deve mai essere causa di imbarazzo o vergogna: nessuno si vergognerebbe di andare dall’ortopedico dopo essersi rotto un braccio.
Lo psicologo ha infatti come obiettivo quello di aiutare chiunque senta bisogno di affrontare eventuali difficoltà o blocchi emotivi.
Si rivolgono allo psicologo persone di ogni età, dai bambini agli anziani, da soli, in coppia o perfino in gruppo (come nel caso della psicoterapia familiare).
La psicoterapia è quindi la procedura utilizzata dallo psicologo per trattare le problematiche o i disturbi psicologici, ma anche per aiutare la persona a migliorare il proprio benessere.
Nello specifico, i differenti approcci alla psicoterapia permettono di affrontare problematiche legate all’ambito del comportamento, delle emozioni o delle modalità di pensiero.
Iniziamo con la psicoanalisi o psicoterapia psicoanalitica, la quale identifica nell’inconscio l’origine e lo svilupparsi di ogni stimolo o disturbo.
Fondata da Sigmund Freud, questa teoria psicologica ha introdotto i concetti di inconscio, transfert, conflitto psichico e pulsioni. La psicoanalisi classica si basa sull’idea che molto della nostra personalità e delle nostre eventuali difficoltà dipendano dall’inconscio.
Prevede quindi un metodo d’indagine che analizza i processi mentali dell’individuo incosci e guida il paziente alla scoperta di sé: come metodo infatti prevede che il paziente lasci spazio alla corrente di pensieri – detta anche “transfer” – rispetto alla quali lo psicoterapeuta svolgere il suo ruolo di analisi.
La psicoterapia psicodinamica si sviluppa a partire dalla psicoanalisi classica, ma rispetto a quest’ultima si concentra soprattutto sulle relazioni oggettuali dell’individuo e sulle pulsioni.
Passiamo poi alla psicoterapia cognitivo-comportamentale, l’approccio che si concentra sulle modalità di pensiero dell’individuo, partendo dal presupposto secondo cui gli schemi di pensiero di un individuo influenzino il suo comportamento.
Quest’approccio lavora soprattutto sul presente, con lo scopo di comprendere come pensieri e convinzioni possano determinare difficoltà emotive e comportamentali.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale si occupa soprattutto di problematiche come fobie, disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-comportamento, depressione o disturbo da stress posto traumatico. L’obiettivo dello psicologo che segue questo approccio è quello di dare al paziente gli strumenti per affrontare questi disturbi.
La psicoterapia sistemico-relazionale invece si basa sul principio per cui l’individuo non vive in un contesto isolato, ma è inserito in uno schema di relazioni.
Queste relazioni costituiscono dei sistemi: il contesto relazionale, sociale e culturale. Lo psicoterapeuta sistemico non intende pertanto il sintomo come u problema individuale ma come il risultato di uno squilibrio che si crea all’interno del contesto in cui esso si esprime.
Proprio per questa sua specifica, la psicoterapia sistemico-relazionale è adatta ad affrontare situazioni di gruppo, come la famiglia, ma è utilizzata anche nella psicoterapia individuale e in quella di coppia.
La psicoterapia della Gestalt Therapy è un metodo psicoterapico post-analitico che integra in una sintesi unica i modelli corporei, esperienziali, del profondo, di gruppo e familiari.
Questa metodologia psicoterapeutica, nata negli Stati Uniti negli anni ’50, parte dal presupposto – spiega l’istituto Gestalt – che ogni esperienza non può che avvenire al confine di contatto tra “un organismo animale umano” e il suo ambiente”.
L’oggetto di analisi dello psicoterapeuta diventa quindi questo spazio di contatto ed è qui che lo psicologo più intervenire. Secondo la psicoterapia della Gestalt Therapy, ciò che cura non è la comprensione razionale e quindi il controllo del disturbo, ma il sentirsi riconosciuti nella intenzionalità di contatto verso l’altro significativo.
La psicoterapia analitico-transazionale è uno degli approcci di psicoterapia che si basa sulla comunicazione e lo scambio con il paziente, con l’obiettivo di permettere a quest’ultimo di individuare gli stili di comportamento che generano il conflitto. Si basa sull’assunto che in ognuno di noi ci siano tre fondamentali stati, detti “stati dell’Io”: il genitore, l’adulto e il bambino.
L’analisi transazionale utilizza vari strumenti, ma quello che più lo caratterizza è l’analisi delle “transazioni”, ovvero tutti quegli scambi interpersonali che avvengono nella vita quotidiana. Attraverso questo tipo di approccio la psicoterapia analitico-transazionale guida il paziente a comprendere il significato di quello che succede nella vita quotidiana, riconnettendo a eventi del proprio passato.
Infine c’è la psicoterapia integrata, uno degli approcci più diffusi tra gli psicologi che consiste nell’integrare i vari approcci in modo unico e originale.
Questo metodo permette allo psicologo di avere a disposizione più modalità di lettura del paziente e quindi diversi strumenti per guidarlo nell’affrontare eventuali problematiche.
Quest’approccio viene utilizzato per trattare diversi disturbi, dagli attacchi di panico ai disturbi alimentari, passando per la depressione e altre forme di disturbo legate a determinate tappe evolutive.
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